Catania, inaugurato “Modulo Jean Monnet” per la lotta alla mafia

Catania, inaugurato “Modulo Jean Monnet” per la lotta alla mafia

CATANIA – L’informazione rappresenta un primo passo per una concreta lotta contro il fenomeno della criminalità organizzata, per meglio dire, la mafia. Proprio questa è la finalità principale della realizzazione del Modulo Jean Monnet all’interno dell’ateneo catanese, che ha una durata complessiva annua pari a 60 ore.

Una giornata di rilevanza storica per l’Università di Catania, quella inaugurale, che si è svolta questa mattina nell’aula magna del Palazzo Centrale alla presenza delle varie autorità con il procuratore nazionale Franco Roberti.

Roberti

In particolare hanno risposto all’appello il rettore dell’Università di Catania Giacomo Pignataro, il prorettore Alessandra Gentile e la coordinatrice del modulo Francesca Longo. Primo fra tutti è intervenuto il rettore Pignataro che ha sottolineato la sua soddisfazione nel dare avvio ad una attività frutto dell’accordo di cooperazione culturale sui temi della legalità e della lotta al crimine e alla corruzione, firmato il 21 marzo 2013 tra l’Ateneo di Catania e l’Associazione Libera, nomi e numeri contro le mafie.

Si tratta di un accordo triennale con cui si intende sottolineare e ribadire il valore della cultura della legalità come obiettivi istituzionali.

Dopo l’intervento di Pignataro, il microfono è passato nelle mani di Roberti che ha illuminato la platea dei 170 studenti, che nell’arco di tutto l’anno seguiranno i corsi, e non solo. Il procuratore nazionale ha ribadito a gran voce quanto sia pericolosa la diffusione del fenomeno mafioso non solo nella nostra società. Infatti, attraverso la globalizzazione e l’internazionalizzazione si sfrutta la vulnerabilità sia dei mercati finanziari sia della politica e delle istituzioni.

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Per queste ragioni è stata fatta emergere l’importanza della cooperazione internazionale in quanto è sempre più comune la pratica della realizzazione di capitali illeciti trasferiti in Paesi in cui vi è un minore contrasto alla criminalità.

A conclusione del suo intervento Roberti ha affermato: “Lo stato deve dimostrare di sapere gestire la situazione ed io credo che possa vincere questa battaglia contro le mafie solo nel caso in cui riesca a diffondere forte la coscienza della legalità”.

L’argomento verrà sviscerato lungo tutto il periodo in cui vari esperti si sono messi a disposizione per lo svolgimento di unità tematiche la cui frequenza è obbligatoria per gli studenti di primo e secondo livello, oltre ai giovani professionisti e operatori nella società civile interessati.