CATANIA – Donne, coraggio, territorio: l’Istituto “Carlo Gemmellaro” di Catania quest’anno ha deciso di celebrare l’8 marzo con queste tre parole, ritenute dalla Dirigente Scolastica, prof.ssa Concetta Valeria Aranzulla, i pilastri su cui le giovani generazioni devono costruire il loro futuro, personale e professionale.
L’incontro, organizzato dal Dipartimento di Educazione Civica, ha avuto due prestigiose ospiti: Anna Cavallotto e Giusy Sciacca. La prima, oltre ad essere Presidente del Rotary Club di Catania, è una affermata imprenditrice del nostro territorio, conosciuta per le storiche librerie cittadine. La seconda una giovane scrittrice siciliana che si sta affermando sempre più nel panorama letterario nazionale.
La Dirigente, professoressa Aranzulla, ha introdotto il tema ripercorrendo il lungo cammino delle donne di tutto il mondo per arrivare ad una condizione che, anche se non ottimale, consente di vivere con maggiori diritti ed opportunità. Ha ricordato il 28 febbraio 1909, la prima manifestazione statunitense per il diritto di voto delle donne, introdotto poi nel 1920; il 12 marzo 1922, la prima giornata della donna in Italia; il 1944 con la nascita a Roma dell’Unione Donne Italiane (U.D.I.), ed Il 1975, proclamato dalle Nazioni Unite Anno Internazionale delle Donne.
“Dovete essere tenaci, determinate, responsabili e disposte a fare sacrifici” ha più volte ribadito la Dirigente Scolastica, invitando le ragazze a trovare la forza per raggiungere i loro obiettivi. Parlando con il cuore (sono proprio queste le parole usate), la Dirigente Scolastica ha dato dei consigli da donna a donna “Il matrimonio non è l’ancora di salvezza per una ragazza”, Il “primo marito è il lavoro”, “Dovete volare alto”.
Subito dopo è intervenuta Anna Cavallotto, raccontando la sua esperienza di donna del territorio che fa impresa nel difficile settore editoriale. Attraverso la sua storia personale e familiare, dalla prima libreria aperta dal padre a Caltanissetta nel lontano 1954 alla libreria di Corso Sicilia a Catania, ritenuta una delle più grandi del Sud d’Italia. La dottoressa Cavallotto, oltre ad infondere forza e coraggio alle studentesse (efficace la sua espressione “le quattro femministe sole” riferendosi alla determinazione della mamma e delle tre figlie Cavallotto rimaste sole dopo la morte del padre) ha sottolineato come la chiave del successo stia nell’impegno e nella curiosità (un messaggio questo di grande valore educativo per i giovani affinché rifuggano dai traguardi troppo facili e poco stimolanti). Da buona libraia ha dato agli studenti molti consigli su come rendere la lettura un piacere e non un compito scolastico “Un libro si legge perché è bello”; “Cercate, prima o poi troverete la storia che vi appassionerà” queste alcune delle tante frasi pronunciate da Anna Cavallotto durante il suo intervento.
Coinvolgente l’intervento di Giusy Sciacca, siciliana, controllora di volo (una delle prime donne italiane) e scrittrice che si è presentata ai ragazzi come “una del territorio” sottolineando subito la vicinanza fisica ed emotiva. Con grande empatia ha raccontato la sua storia di donna (che è un pò la storia di tutte le Donne): la spensieratezza in giovane età, i sogni, la determinazione e la caparbietà assieme alle insicurezze, ai dubbi, all’amore per la Sicilia che non vuole lasciare. E poi ha dialogato con i ragazzi sulle protagoniste del suo libro: Virità femminile singolare plurale, una raccolta di 20 storie di donne siciliane del passato religioso, mitologico, aristocratico, scientifico che, per mano della scrittrice, raccontano le loro vicende quanto mai attuali e scottanti. Alcune note, come quella di Santa Lucia o della Baronessa di Carini, altre quasi sconosciute, come quelle di Giuseppina Bolognani o Virdimura De Medico: tutte donne coraggiose, insoddisfatte di come gli altri hanno narrato la loro storia e desiderose di raccontarla in prima persona, finalmente.
Nel suo intervento sul coraggio e la determinazione delle donne tutte, e delle siciliane in particolare, la scrittrice ha citato anche una poetessa della Corte di Federico II che non voleva più essere oggetto destinataria di poesie ma scrivere lei stessa poesie per raccontare il suo amore.
Tante le domande degli studenti alle relatrici: sull’accettazione di se stessi, sulle motivazioni che spingono oggi a decidere di diventare una scrittrice, sui momenti di sconforto, sul prezzo da pagare per il successo, sull’imitazione dei modelli maschili come mezzo obbligato per l’emancipazione della donna. E su come realizzare il sogno di diventare una scrittrice.
Grazie ad Anna Cavallotto e grazie a Giusy Scaicca: l’8 marzo del Gemmellaro è stato un vivace dialogo sul ruolo della donna, sul coraggio e sulla valorizzazione del territorio. Incisive, a tal proposito le parole di Giusy Sciacca su centro e periferia “spesso noi siciliani pensiamo di vivere nella periferia del mondo, con una visione disallineata e perciò imperfetta. Ma questo è un vantaggio perché ci consente di avere una visione totale del mondo”.
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