Camporotondo Etneo, l’amministrazione che verrà: Cardillo Vs Rapisarda

Camporotondo Etneo, l’amministrazione che verrà: Cardillo Vs Rapisarda

CAMPOROTONDO ETNEO – Ubicato tra San Pietro Clarenza e Belpasso, è il paese che vanta l’invidiabile record dell’età media più giovane di tutta la Sicilia, cinquemila anime che il 28 e 29 maggio decideranno chi dovrà mettersi alla guida dell’amministrazione comunale per i prossimi cinque anni. Parliamo di Camporotondo Etneo e del confronto che sta animando il dibattito politico tra i due canditati sindaci: Alberto Cardillo della lista “Liberi e forti” e Filippo Rapisarda della lista “Èvviva Camporotondo”.

Così, in una doppia intervista paritaria, abbiamo provato a “cavare” fuori (come direbbe un illustre scrittore siciliano) buoni propositi ed eventuali, migliorabili, limiti dai rispettivi programmi, ponendo loro cinque domande uguali e due specifiche. Non rimane che leggere insieme, tra similitudini e nette differenze, i contenuti delle loro risposte.

Cardillo Vs Rapisarda, la parola ai due candidati sindaci di Camporotondo Etneo

Nel leggere i vostri programmi si riscontrano diverse similitudini, pertanto, in cosa pensa che il suo sia migliore di quello del suo avversario?

Cardillo

Dal punto di vista tecnico ritengo che il nostro programma sia più attento alle esigenze del territorio, così come è stato in passato grazie ai diversi finanziamenti che il Comune è riuscito ad ottenere negli ultimi anni anche con il PNRR. Inoltre, è diverso anche nella sua impostazione, il loro programma punta molto su manifestazioni ed eventi, mentre il nostro ha una visione più lungimirante e più ampia perché parliamo di sviluppo del territorio. D’accordo sull’importanza delle manifestazioni, ma per poterle mettere in essere occorre che l’amministrazione si adoperi per creare nuove risorse per il territorio, ad esempio come nuove viabilità, sviluppo dell’edilizia, il piano regolatore, un piano commerciale nuovo, poi si arriverà anche alle manifestazioni perché è giusto che ci siano“.

Rapisarda

Guardi, precisiamo che io non ritengo che i programmi siano simili, inoltre, pensare che uno sia migliore dell’altro non mi appartiene, invece, penso che uno sia diverso dall’altro perché ha un’impostazione differente e delle mire, secondo me, diverse. Ho dato una lettura non molto approfondita (confesso la mia colpa) del loro programma e mi sembra che sia l’elenco delle cose che sono riusciti a fare grazie solo al PNRR. Di contro, quello che noi abbiamo cercato di perseguire col nostro programma, annunciato anche dal palco, anche se sembrerebbero progetti molto semplici quanto ovvi, è perseguire e raggiungere quello che è la normalità come il raggiungere quei servizi essenziali da offrire al cittadino in un comune di cinquemila abitanti nel 2023. Le faccio un esempio che ho riportato nel mio programma: mi hanno chiesto di mettere una pensilina di fronte all’ingresso della scuola per due motivi, perché si bagnano aspettando i bambini e per ripararsi dal caldo nei mesi primaverili/estivi. Quando me l’hanno richiesta le confesso che mi è sembrata una cosa banale da inserire nel programma, ma quando mi hanno confessato che le inseguono da due anni senza averla mai ottenuta, mi è sembrato un servizio base da dare ai cittadini. Per sintetizzare: la mira del mio programma è partire dal ricostruire e nel ridare al cittadino i servizi essenziali, necessari, per poi magari pensare di fare cose più in grande. Inoltre, bisogna ricordare che il comune di Camporotondo su certi programmi, come la realizzazione della metropolitana o la Catania-Etna, a livello decisionale, spero di sbagliarmi, inciderà quasi zero, pertanto, metterli in un programma amministrativo mi sembra un po’ uno specchietto per le allodole“.

Cosa critica di più nel programma politico del suo avversario e per cosa, invece, prova un tantino d’invidia?

Cardillo

No, non ho nulla da invidiare in nessun punto, fondamentalmente sono due programmi che, se non sono proprio uguali, di certo sono simili, anche perché le esigenze di Camporotondo sono quelle che conosciamo tutti e non possiamo inventarci nuove problematiche“.

E cosa critica di più?

Cardillo

Una cosa ho notato e che critico maggiormente: in alcuni passaggi del programma promettono che sarà fatta la manutenzione di alcune strade e anche di diversi semafori, per me questi argomenti non vanno messi in un programma elettorale perché sono cose di ordinaria amministrazione. Un programma elettorale deve avere una visione più lontana, più lungimirante rispetto a quella di gestire l’ordinario o di lavori che difficilmente si potranno realizzare, fosse anche quello di asfaltare una strada ‘privata’… io la leggo come una promessa non fattibile“.

Rapisarda

Non provo nulla da invidiare, obiettivamente neanche per il fatto che loro hanno amministrato per dieci anni e non io. Ho avuto modo di rispondere ad altre persone che mi hanno definito l’alternativa e sono d’accordo con l’uso di questo termine e non quello di avversario politico. Cosa critico? Sicuramente la poca attenzione posta, anche in questo programma, a quelle che, secondo me e il mio gruppo, sono le vere necessità prioritarie di Camporotondo“.

Quale dei punti del programma avrà più difficoltà nella sua realizzazione?

Cardillo

Secondo il mio parere tutti i punti avranno una difficoltà, basta soltanto capire qual è la buona volontà nel realizzarli e l’idea dell’amministrazione nel realizzarli“.

Quindi non ce n’è uno che pensa sia più difficile rispetto agli altri?

No, perché tutto sta nell’impegno che uno mette in ciò che fa“.

Rapisarda

Tendenzialmente diciamo che i punti si possono dividere: in quelli che saranno realizzati in medio e breve termine e in quelli in medio e lungo termine. Sicuramente, da un punto di vista tecnico, anche perché è lontano da me come forma mentis, più complicato sarà il piano regolatore, ma è una cosa che andrà fatta e che personalmente affiderò a dei tecnici perché non ho l’arroganza di attribuirmi competenze che vanno oltre la mia persona. Se le devo dire in verità, la cosa che più ritengo difficoltosa da realizzare, e che è vicina a un mio sogno, è il recupero non tanto degli impianti sportivi che non sono tutti nostri, ma del palazzetto dello sport comunale, questo, secondo me, è tra le cose più difficili da realizzare perché l’unico modo per farlo è grazie a un intervento importante o regionale o statale“.

Riguardo l’aiuto ai disabili, in entrambi i programmi non si parla di superamenti di eventuali barriere architettoniche. Si tratta solo di una dimenticanza?

Cardillo

No, non è una dimenticanza, per gli aiuti ai disabili noi oggi cerchiamo di provvedere dove è possibile anche con grandi sacrifici, perché bisogna sempre considerare le ridotte risorse economiche del comune e, facendo sempre riferimento alla legge 328, siamo in perenne collaborazione con il distretto sanitario di Gravina anche partecipando ai diversi eventi e riunioni mirate al tema specifico della disabilità. In questo modo cerchiamo di alleviare il fenomeno dando quanto più aiuti possibili alle famiglie che vivono queste non semplici situazioni. Nello specifico della sua domanda, il problema dell’abbattimento delle barriere architettoniche non è stato indicato perché è comprensivo all’interno del programma, ad esempio, con la riqualificazione delle piazze, di diverse vie e di tutti i marciapiedi, riqualificazioni che includeranno l’abbattimento di tali barriere“.

Rapisarda

No, le devo dire che in fase di realizzazione del mio programma (che non è stato scritto da noi candidati o da me, noi abbiamo dato delle indicazioni e poi l’ha scritto un gruppo di persone esterne anche da cittadini di Camporotondo che hanno avuto l’onere e l’onore di redigere questo programma) ci è sembrato un’ovvietà, cioè una cosa così scontata per il 2023, così necessaria, che sarebbe imbarazzante metterlo in un programma elettorale. Spero di essere riuscito a trasmetterle l’idea… Le faccio un esempio: nel comune c’è un ascensore che era funzionante e adesso non lo è più. Secondo me il fatto che il prossimo sindaco, premesso che avrebbe potuto farlo anche quello che c’è adesso, ma questo lasciamo perdere, sistemi almeno l’ascensore del comune per permettere a una persona disabile di salire negli uffici al secondo piano secondo, per me è scontato, cosa che non lo è stato negli anni“.

In tutta sincerità, visto i tantissimi potenziali progetti: basteranno cinque anni per realizzarli tutti o almeno una buona parte di essi?

Cardillo

Io mi auguro di riuscire a realizzarli anche prima dei cinque anni, poi bisogna tenere conto di quei tempi che non sono dettati dall’amministrazione ma da altri enti. Vede, l’amministrazione può dare l’input per la realizzazione di un lavoro, può sollecitare gli uffici, i vari enti affinché eroghi i contributi, ad espletare le gare e quant’altro, però se poi ci sono degli imprevisti, ad esempio, dei ricorsi o dei lavori che si fermano per un motivo o per un altro, credo che nessuna amministrazione potrà affermare che riuscirà a completare il suo programma in cinque anni“.

Rapisarda

Se pensassi che il programma non fosse tutto realizzabile in cinque anni l’avrei accorciato, realisticamente le devo dire che è verosimile che un’amministrazione non raggiungerà esattamente tutti gli obiettivi messi in programma anche se comunque, in tal caso, è sempre una colpa dell’amministrazione. Diciamo che l’augurio è comunque di raggiungere l’ottanta per cento dei punti messi in programma, anche perché, se la legge non è cambiata e confesso la mia ignoranza, credo che il non raggiungimento di una percentuale di obiettivi è causa della revoca del sindaco, pertanto, avrò un motivo in più per provare a raggiungere più obiettivi possibili“.

Domanda nello specifico del singolo programma Cultura/sport, famiglia e comunità, su questi punti non è specificato la somma che si intenderà investire mentre è specificato quanto si investirà per altri progetti. Come mai?

Cardillo

Esistono due ambienti differenti: i lavori pubblici da gestire con un importo ben specifico di cui, per la sua realizzazione, già sai il costo in riferimento ad altri progetti simili realizzati in passato e di cui conosciamo il probabile importo, mentre per le manifestazioni questo lo si deduce di volta in volta non potendolo stabilire a priori. Inoltre, per ciò che vorremo investire in cultura sport, spettacolo e quant’altro, bisogna rimodularlo anche in conseguenza degli eventuali costi extra e da ciò vai a ridurre o vai a potenziare la spesa. Da non dimenticare che il bilancio comunale è suddiviso in due settori: spese in conto corrente e spese in conto capitale, se si potesse afferire a fondi importanti proveniente, ad esempio, da oneri di urbanizzazione, dismissione di beni, a Camporotondo (faccio una battuta) potremmo realizzare ‘l’aeroporto’ o di più realisticamente importanti opere pubbliche. Ma di fatto, se sei carente nella spesa corrente, non puoi pagare le bollette o non puoi dare il servizio al disabile, mentre altre attività si potranno finanziare afferendo alla spesa in conto capitale, questa è la legge nazionale. Così, se posso comprare un pulmino per disabili, paradossalmente, non posso dare un contributo alla famiglia perché sono due conti separati. Magari risparmiando, e le faccio un altro esempio, sulla bolletta della luce, cosa che stiamo facendo con l’illuminazione a led, potremmo riutilizzare il ricavato di questo risparmio per finanziare questi tipi di servizi attenendoci sempre alla netta divisione dei due conti dove non possiamo attingere dall’uno o dall’altro a nostro piacimento ma sempre nel rispetto della legge“.

Domanda nello specifico del singolo programma Nel suo programma non c’è nessun accenno alle cifre da investire nei vari progetti, nemmeno un riferimento al PNRR, inoltre, riguardo la cultura il passaggio appare troppo generico. Cosa può dirci in merito?

Rapisarda

Io non sono stato parte attiva dell’amministrazione, e di conseguenza la scelta di non fare riferimento ai finanziamenti e al PNRR è voluta, perché dei finanziamenti avuti è normale che ne parli l’amministrazione uscente, anche se a mio parere è stato fatto in maniera eccessiva. Aggiungo che dire oggi cosa potrò fare domani col PNRR, diventa certamente complicato, perché l’uso di queste risorse economiche è un meccanismo così facile e così complessa allo stesso tempo che non è prevedibile quali bandi usciranno, a quali bandi il comune potrà partecipare, quindi, per questo non c’è nessun accenno ad esso. C’è, invece, e questo credo che sia scritto in programma, perché ricordo di averlo letto, la volontà costituire una squadra di persone che si occupi di creare diversi progetti per partecipare ai bandi, anzi c’è la volontà di partecipare a tutti i bandi che usciranno. La speranza e di farsi assegnare quelli che possono essere più utili al Comune di Camporotondo. Le faccio un esempio: loro col PNRR o comunque con fondi ricavati da un bando, hanno ottenuto delle somme per la riqualificazione tutta l’arteria principale di Camporotondo (la Piazza, via Umberto, fino ad arrivare al cimitero), è un bel progetto, ma se ci facessimo un giro al Feudotto credo che sarebbe stato più utile prendere le stesse risorse economiche per vivificare quell’area di Camporotondo con opere pubbliche, piazze, eccetera, eccetera. Ovvio che bisogna riprendere l’arteria principale ma se vado al Feudotto obiettivamente non c’è niente, solo l’asfalto. Mentre sulla cultura è un capitolo molto ostico da affrontare, soprattutto a Camporotondo, dico questo con una punta di rammarico. Mi viene in mente l’acquisto di un Palmento con l’intenzione di fare la biblioteca comunale, oggi per lo stato in cui versa, perché non è stato né ripreso, né è stata fatta alcuna manutenzione, la convenienza adesso è solo nel venderlo e non più nel sistemarlo. Ma prima di pensare a cosa fare per la cultura bisogna lavorare secondo me sui giovani e sulle persone di Camporotondo per risvegliare un minimo di interesse. Perché se c’è stato il sold out in piazza per rappresentazioni teatrali popolari, credo sia preoccupante il vuoto riscontrato al musical del Notre Dame de Paris. Se non si inverte la rotta verso una mira e un interesse un po’ più alto il tutto diventa complicato“.

Mi perdoni, di certo la cultura non la si fa solo aprendo una biblioteca, non crede che si debba poi mettere le persone giuste che poi quella biblioteca la facciano utilizzare nella maniera più proficua?

Rapisarda

Sì, questo lo penso anch’io, secondo me bisogna cercare di risvegliare con una coscienza popolare per ciò che è cultura e sicuramente non credo che lo possa fare un’amministrazione da sola, noi possiamo essere da sprone e dovremmo svolgere un ruolo di coordinamento fra quello che può essere un privato che si può mettere a disposizione del pubblico. Un imprinting, ad esempio, dovrebbe darlo la collaborazione con una direzione scolastica, da soli potremmo fare ben poco“.