Acqua minerale, quale scegliere per la salute e perché: verità, falsi miti e consigli dell’esperta

Acqua minerale, quale scegliere per la salute e perché: verità, falsi miti e consigli dell’esperta

CATANIA – L’idratazione è fondamentale e proprio l’acqua rappresenta dal 50% al 80% della massa di qualsiasi essere vivente, maggiore nei neonati e inferiore negli anziani. Ai microfoni di NewSicilia è intervenuta la dott.ssa Valeria Gentile, biologa nutrizionista, che ha fatto della sua passione una professione.

Come punto di partenza, le abbiamo chiesto di effettuare un excursus sulle varie tipologie di acque minerali: “In commercio possiamo trovare una grande varietà di acque minerali che può disorientare il consumatore. Ovviamente non è il caso di farsi prendere dalla moda del momento perché ogni acqua è diversa dato che contiene minerali ed elementi in quantità differente che avranno anche effetti diversi sul nostro organismo. Ci sono acque per i bambini piccoli e gli anziani, per gli sportivi e per chi ha carenze di minerali come il calcio per esempio, esiste in sostanza una tipologia di acqua adatta ad ogni momento della nostra vita o che meglio si adattano nel caso di particolari esigenze o patologie“.

Classificazione acque minerali: come leggere l’etichetta?

A questo punto, è il momento di fare ordine e chiarezza su come leggere l’etichetta: “Esistono quattro tipologie di acqua minerale, classificate, così come previsto dalla legge italiana, in base alla quantità di sali disciolti in un litro di acqua, definita tecnicamente come ‘residuo fisso’. L’acqua minimamente mineralizzata è l’acqua più ‘leggera’, cioè con la minor quantità di sali disciolti, in assoluto – ovviamente il valore di leggerezza non è da considerarsi una qualità ma semplicemente una caratteristica di queste tipo di acqua. Il residuo fisso in questo caso non deve essere superiore a 50 mg/litro. L’acqua oligominerale, o leggermente mineralizzata, ha un residuo fisso inferiore a 500 mg/litro, mentre quella con un residuo fisso che varia tra 500 e 1.500 mg/litro si definisce acqua medio-minerale. Esiste poi una tipologia di acqua particolarmente ricca di sali che ha un residuo fisso superiore a 1.500 mg/litro e ne è consigliabile l’assunzione sotto controllo medico perché può avere caratteristiche terapeutiche“.

Ma non è tutto: “Le acque minerali possono essere classificate anche per la quantità di uno dei sali minerali presenti. Ad esempio si definiscono acque bicarbonate quelle il cui contenuto di bicarbonato supera i 600mg/litro. Le acque solfate hanno un contenuto di solfati superiore a 200 mg/litro. Possiamo trovare sul mercato acque clorurate, calciche, magnesiache, fluorate, ferruginose, acidule, sodiche e solitamente la loro definizione è ben leggibile sull’etichetta. Ognuna di queste acque, grazie alla presenza preponderante di un particolare minerale, può essere di aiuto per il benessere del nostro organismo ed essere utilizzata per scopi specifici“.

Ad ogni età la sua acqua minerale

È indiscusso che ad ogni età corrisponde una tipologia di acqua minerale da preferire: questo perché durante il nostro ciclo vitale abbiamo bisogno di integrare maggiormente determinati sali minerali in momenti specifici, sali che caratterizzano – come abbiamo visto – le varie tipologie di acqua.

Vediamo un po’ quali sono quelle suggerite dalla dott.ssa Gentile: “Durante l’infanzia si dovrebbero preferire acque medio minerali, ricche di calcio, magnesio e fluoro utili nella crescita ossea. Le acque calciche, che agiscono a livello dello stomaco e del fegato, possiedono un alto livello di calcio che le rende particolarmente indicate durante la crescita, in caso di gravidanza o menopausa. Le acque ricche di ferro o ferruginose sono indicate in caso di anemia da carenza di ferro, particolarmente utile, quindi, nei soggetti a fabbisogno elevato di ferro come lattanti, adolescenti e donne in gravidanza. Gli anziani sono maggiormente soggetti alla disidratazione durante il periodo estivo in quanto percepiscono meno lo stimolo della sete, pertanto è fondamentale bere, meglio se acque calciche e solfato magnesiache che forniscono i sali minerali utili a contrastare l’osteoporosi“.

Ed infine, che tipologia di acqua dovrebbe scegliere uno sportivo? “In generale un’acqua ricca di sali minerali che aiuta a recuperare quelli persi con la sudorazione durante l’attività sportiva. In particolare acqua ricca di calcio, sodio, potassio, magnesio e cloruri per reintegrare ed aiutare a contrastare la stanchezza fisica e mentale. La ricchezza di bicarbonato può aiutare ad eliminare la presenza di acido lattico che si forma nei muscoli dopo prolungati sforzi“, aggiunge.

Acqua minerale in bottiglia e acqua di rubinetto

Nell’eterna disputa tra acqua minerale in bottiglia e acqua di rubinetto è necessario evidenziare le differenze, i vantaggi e gli svantaggi per la salute se si opta per il consumo o dell’una o dell’altra. A tal proposito, la dott.ssa Valeria Gentile ci ha spiegato: “Tutte le acque contengono in modo più o meno marcato sali minerali, anche quelle che provengono dagli acquedotti comunali. La differenza fra un’acqua in bottiglia e quella di rubinetto è essenzialmente ‘l’origine’.

Nello specifico: “L’acqua minerale “proviene da ambienti geologici ben definiti, incontaminati, controllati periodicamente e naturalmente protetti, che donano all’acqua caratteristiche specifiche di purezza microbiologica e di composizione la quale resta di solito stabile nel tempo. L’acqua di rubinetto, più comunemente nota come acqua potabile, invece, suscita sempre qualche perplessità in merito alle sostanze contenute e alla frequenza del consumo. La composizione dipende dal tipo di sorgente di prelievo, ossia dal tipo di terreno dal quale proviene (laghi, fiumi, sorgenti sotterranee, etc.). Per essere definita potabile, l’acqua del rubinetto deve essere resa tale attraverso dei processi di potabilizzazione e superare una serie di controlli altamente accurati che ne definiscano i requisiti minimi, come per esempio l’assenza di microrganismi potenzialmente nocivi“.

Inoltre: “Tuttavia, dobbiamo ricordarci che l’acqua del rubinetto è più ricca di alcuni sali minerali – come sodio, calcio e bicarbonato – il cui consumo deve essere monitorato in presenza di certe patologie o semplici predisposizioni. Dalla normativa italiana sono previsti controlli rigorosi e specifici in modo da garantire al consumatore sempre la sicurezza dell’acqua che beve anche se fosse acqua di rubinetto“.

Regola numero 1: bere acqua

La regola numero uno comunque è, come sempre, bere acqua, appena possibile”, ci ricorda la dottoressa. Questo perché bere acqua è una necessità primaria del corpo: essa, infatti, presiede a molte funzioni fondamentali dell’organismo umano. Si tratta del principale costituente degli organismi viventi. È fondamentale bere in quanto l’acqua è il mezzo grazie al quale avvengono molte reazioni chimiche, tra cui la digestione“.

La nostra intervistata ha aggiunto maggiori dettagli a riguardo: “Nello specifico, un adeguato apporto di acqua è essenziale per molte funzioni dell’organismo. Ad esempio, con l’acqua ci riforniamo di sali minerali e altri nutrienti, diluiamo il cibo nella fase digestiva e eliminiamo le scorie del metabolismo, regoliamo anche la temperatura del corpo. La quantità di acqua necessaria dipende anche da quanta ne perdiamo ogni giorno attraverso il sudore e l’evaporazione di acqua attraverso la cute e la bocca (fino a un litro al giorno per un adulto), oltre a quella che si disperde con l’urina e le feci (un litro e mezzo). Con il calore dell’ambiente, come in questo caldo agosto, e del corpo, ad esempio in caso di sforzo fisico o di febbre, aumenta anche la quantità di liquidi persi“.

In generale, nell’arco della giornata un adulto sano dovrebbe bere circa 1.5/ 2 lt di acqua, più un altro mezzo litro da altre bevande e alimenti, ebbene sì, una parte importante dei liquidi che ingeriamo è contenuta nei cibi“, ha suggerito.

Verità e falsi miti

Come in ogni cosa, esistono falsi miti anche sull’acqua minerale che spesso disorientano, inutilmente. A causa delle mode o di ciò che viene diffuso sui social, infatti, a volte vengono fornite informazioni non corrette. Ecco che, in questo contesto, ci viene in aiuto la biologa nutrizionista dott.ssa Gentile: “Ci sono alcuni miti da sfatare: ad esempio non è vero che bere molta acqua minerale aumenta la ritenzione idrica, o che per mantenere la linea e curare la cellulite bisogna bere acqua oligominerale; l’acqua non fa ingrassare, perché anche non apporta energia; non ha la capacità di aumentare il nostro metabolismo e quindi di farci dimagrire; non è vero che il calcio dell’acqua minerale favorisce i calcoli renali, coloro che presentano questo problema devono bere senza alcun timore“.

E ancora: “Nemmeno l’acqua ricca di bollicine è dannosa, non aiuta però la digestione come si pensa, ma il consumo moderato è consigliato solo a chi soffre di disturbi gastrici e intestinali. Non scordiamo una delle bufale forse più lette negli ultimi anni: acqua tiepida e limone bevuti al mattino non hanno un effetto detox. Bere acqua al mattino, magari a temperature ambiente, aiuta ad idratarci e può essere fatto da tutti, possiamo anche aggiungere qualche goccia di limone per dar gusto, ma non avrà effetti benefici particolari. Un bicchiere di acqua a temperatura ambiente o tiepida favorisce la peristalsi intestinale, quindi ci aiuta a contrastare la stitichezza favorendo il transito intestinale“.

Come stile di vita, invece, non occorre bere acqua minerale lontano dai pasti: “Si tratta di un falso mito. Salvo particolari prescrizioni mediche, bere una giusta quantità di acqua durante il pasto aiuta a migliorare la consistenza degli alimenti ingeriti e ne favorisce la digestione. Al limite, se si eccede nella quantità (magari oltre i 600-700ml), possono allungarsi di poco i tempi della digestione a causa di una parziale diluizione dei succhi gastrici, ma non ci sono altre controindicazioni“.

Consigli dell’esperta

Infine, la nostra intervistata ci ha dato dei consigli, dei piccoli “segreti del mestiere” che, se seguiti alla lettera, possono migliorare notevolmente la qualità dell’idratazione di ciascuno di noi: “Durante i pasti è meglio evitare di consumare acqua troppo fredda, in quanto può causare problemi digestivi e crampi allo stomaco oltre che creare un effetto molto fastidioso di congelamento per chi soffre di denti sensibili. Sono anche da evitare le bibite zuccherate usate al posto dell’acqua, innalzano bruscamente la glicemia, determinano una riduzione del senso di fame solo momentanea e contribuiscono per questo ad una cattiva alimentazione“.

Nelle giornate particolarmente calde e quasi asfissianti come comportarsi? “Potrei suggerire l’utilizzo di acqua aromatizzata, rinfrescante e salutare, un’alternativa all’acqua che ci permette di mantenerci idratati. Si prepara con ingredienti naturali come frutta, verdura ed erbe aromatiche che si lasciano macerare in acqua in modo da ottenere un prodotto senza zuccheri o dolcificanti ma ricco di vitamine ed antiossidanti“.

Inoltre è utile a chi non riesce a bere acqua a sufficienza, avendo un gusto delicato e fruttato rende il bere dell’acqua un momento rinfrescante e gradevole. Mette di buon umore, soddisfa il palato e ci fa sentire più sazi, perché come l’acqua aumenta il volume gastrico e porta un senso di pienezza. La mia preferita? Lamponi, lime e qualche pezzetto di zenzero, rinfrescante e colorata“, conclude.