I ART: porto di Catania trasformato in cantiere artistico

I ART: porto di Catania trasformato in cantiere artistico

CATANIA – Il porto di Catania, grazie a “I Art” si è in questi giorni trasformato in un vero e proprio cantiere artistico. A far data dallo scorso 21 giugno infatti l’attuale sindaco della città etnea, Enzo Bianco, l’assessore alla cultura e al turismo, Orazio Licandro, e un rappresentante dell’autorità portuale, Gianpiero Scuderi, hanno aperto i cancelli del porto ad un gruppo di street artist provenienti da ogni latitudine.

Questi ultimi, armati di pennelli, montacarichi, schizzi e soprattutto di tanta fantasia, stanno attualmente lavorando per fare del porto catanese una singolare opera d’arte. A ciascun creativo è stato infatti affidato uno dei 16 silos presenti all’interno della struttura; ciascuno di essi viene decorato seguendo le più disparate ispirazioni e i più originali input creativi. Gli street artist Okuda e Rosh 333 per la Spagna, Microbo, Bo 130, Danilo Bucchui a Vlady Art per l’Italia, Vhils per il Portogallo e Internsni Kazki per l’Ucraina, spettacolo imperdibile che si inserisce nel contesto di una movida già parecchio variegata, lavorano anche a tarda notte (ovviamente dandosi il cambio con alcuni fidatissimi).

Quello che a tutti gli effetti si configura come un vero e proprio work in progress può essere ammirato ad ogni ora dalla limitrofa via Domenico Tempio. Il cantiere artistico verrà dismesso il 30 giugno 2015.

Tutti i momenti dell’evento sono filmati da alcuni registi che monteranno le immagini per creare un vero e proprio documentario. Inoltre “Street Art Stilos” è costantemente monitorato dagli utenti di una importante piattaforma culturale di Google.

Grazie a questa speciale sessione artistica, ancora una volta riconducibile alla kermesse “I Art“, si intende non soltanto valorizzare esteticamente una delle aree più popolose di Catania, ma anche porre l’attenzione sul nostro bagaglio di storia e tradizione. I silos infatti costituiscono una delle ultime testimonianze della nostra civiltà contadina, l’ultimo ricordo di quel “granaio d’Europa” in cui i ritmi del vivere quotidiano erano puntualmente scanditi dal clima e dalla produttività agricola. Passato e modernità, tradizione e arte si fondono quindi per dar vita a qualcosa di profondamente innovativo che potrebbe cambiare in meglio il volto di una già stupenda Catania.