Una villa a Picanello e documenti in fiamme: ecco come “operava” la famiglia Reitano. VIDEO

Una villa a Picanello e documenti in fiamme: ecco come “operava” la famiglia Reitano. VIDEO

CATANIA – L’operazione condotta questa mattina dalla guardia di finanza di Catania, Tir Camaleonte, che ha portato alll’arresto di 8 persone, prende il suo nome, proprio come dichiarato oggi dai militari delle Fiamme Gialle, dalla versatilità con la quale la famiglia Reitano gestiva i propri affari illeciti attraverso l’attività di trasporto merci per conto terzi.  Le aziende tra l’altro erano dislocate in diversi luoghi e i rapporti andavano dalle realtà nazionali a quelle piccole locali. Il sequestro si aggira intorno ai 10 milioni di euro.

Il settore della logistica nell’ambito della chimica farmaceutica era uno degli ambiti nel quale “operavano”, con il coinvolgimento della Ttc Express Farmadistribuzione & Logistica srl, con sede a Pomezia, ma ci sono altri particolari che balzano all’occhio. Tra i beni sequestrati figura una villa in via Duca degli Abruzzi nel quartiere Picanello a Catania appartenente a Giovanni Reitano, 71 anni, colui che capeggiava l’organizzazione criminale.

Un altro aspetto molto importante era la rapidità con la quale bruciavano tutta la documentazione sulla quale erano registrati i bilanci e le fatture per operazioni inesistenti, per un valore pari a 70 milioni di euro. Il modus operandi era caratterizzato dallo scarico dei costi ad aziende che prima o poi sarebbero fallite e così il gruppo criminale riusciva anche a ottenere agevolazioni fiscali e ad eludere le azioni giudiziarie.

 

Le società passavano dalla gestione in toto dei Reitano a quella dei due rappresentanti legali di nazionalità cubana, Alberto David Victoria, 42 anni, e Jimemez Josè Fonseca Zamora, 71 anni, arrivando infine a quella, in veste di prestanome, di Maria Correnti, per la quale è stato disposto l’obbligo giornaliero di presentazione alla polizia giudiziaria, insieme con il divieto di esercizio di imprese e uffici direttivi di persone giuridiche per 12 mesi. Il compenso che percepiva si attestava intorno ai mille euro mensili.

Infine il commercialista Fabio Saccuzzo era abile nel suggerire alla famiglia Reitano le mosse più efficaci per eludere ogni azione giudiziaria. Il procuratore Carmelo Zuccaro puntualizza: “Una catena che vedeva le aziende fallire e che è andata avanti fino al nostro intervento. Si tratta di bassa criminalità, di soggetti che sfruttavano le lacune del sistema e che vantavano amicizie con soggetti operanti in vari settori che gli consentivano di fare quello che volevano. Valori sottratti all’Erario che sono un danno alla collettività”.