Tremestieri Etneo, un paese con troppe “patologie”

Tremestieri Etneo, un paese con troppe “patologie”

TREMESTIERI ETNEO – Tremestieri Etneo, cittadina della fascia sud-est dell’Etna, con i suoi 20mila abitanti, ridotta allo sfacelo per l’incuria e la dabbenaggine di un’amministrazione comunale inesistente e retta da un commissario straordinario da quasi un anno, oggi violentata persino dalle elezioni comunali, i cui risultati hanno fatto registrare, nella fase dello spoglio, macro incongruenze; in termini più chiari: più voti che votanti! Come dal cilindro di un mago è stato estratto un numero di schede di gran lunga superiore rispetto agli elettori che si sono recati alle urne. La denuncia è partita dal Movimento 5 Stelle locale, che ha fatto emergere la grave assurdità e sotto i riflettori sono finiti ben 4 seggi su 19. Adesso la patata bollente passa agli organi giudiziari che dovranno vagliare il grado di responsabilità di presidenti e scrutatori dei seggi interessati con la possibilità anche di indire nuove elezioni.

Il centro etneo, succube di una crisi amministrativa venuta a determinarsi lo scorso anno con la sfiducia da parte del Consiglio Comunale nei confronti del sindaco Rapisarda, si trova in una situazione di crisi economica piuttosto pesante visto che ammonta ad una decina di milioni di euro il debito pubblico locale e con una fornitura di servizi scadente, o addirittura inesistente, in tutti i settori, mentre il caro bollette risulta il dato più alto in tutto il comprensorio etneo, specie per quanto riguarda la fornitura idrica e la raccolta rifiuti.

Riguardo alla fornitura di acqua, per circa nove mesi e fino allo scorso aprile, il prezioso liquido per eccesso di ferro, è risultato non potabile con tutti i gravissimi disagi che si possono immaginare. Il servizio di raccolta rifiuti mostra carenze in tutto il tessuto urbano (come si evince dalle diverse foto) , manca un’isola ecologica e la dislocazione di cassonetti porta rifiuti (solo due a Canalicchio per 10 mila abitanti) è evidentemente inadeguata; per non parlare dell’abbandono delle aree a verde e dei parchi giochi per bambini sia al centro che nelle zone periferiche.

Ancora non esiste un servizio di pulizia per le aree pubbliche e la cosa più grave: non esiste il servizio manutenzioni e pronto intervento del Comune; per montare un palchetto per i comizi nella centralissima piazza Dante, è stato divelto il coperchio del quadro elettrico situato nella parete esterna dell’ istituto scolastico, lasciando privi di protezione i fili elettrici e, come se nulla fosse, non è stato mai rimesso a posto. L’atto è gravissimo e nessuno, neanche i vigili urbani, se ne occupano, ponendo a repentaglio anche la sicurezza dei bambini e dei ragazzi che frequentano la piazza.

Milioni di euro spesi per realizzare condotte fognarie lungo la centralissima via Etnea e mai ultimate; centinaia di migliaia di euro spesi per il restauro delle scuole elementari del centro e lavori sospesi da mesi; personale comunale precario licenziato per mancanza di fondi.

Nel settore dello sviluppo economico del territorio, si è all’anno zero. Non esistono zone artigianali, il Piano regolatore generale è diventato una chimera. Da più di venti anni si parla dell’adozione di uno strumento urbanistico capace di risollevare lo sorti di una cittadina di rilevante interesse residenziale per le sue qualità climatiche e perché vicina al capoluogo etneo, ma non si è fatto mai nulla; forse per non creare azioni di disturbo ai comuni viciniori che vanno a gonfie vele nello sviluppo urbano dei propri territori come Pedara e San Giovanni la Punta?

Ancora ci viene spontaneo chiederci: ma il presidente della Regione, Rosario Crocetta, sta in Sicilia o risiede altrove?

Giuseppe Firrincieli