CATANIA – Subito dopo la tragedia avvenuta sul lungomare di Catania la scorsa sera, l’identità della vittima colpita da un malore improvviso che gli ha causato il decesso, non era stata resa nota. A distanza di ore, invece, i messaggi di cordoglio, la disperazione, la commozione e l’incredulità, si sono sparsi a macchia d’olio sui social, portando allo scoperto che l’uomo deceduto mentre faceva jogging, era Carlo Maravigna.
Una vita davanti, 48 anni appena, e una reputazione da far invidia a chiunque: su Facebook, infatti, la prima cosa che balza all’occhio dai tanti messaggi che si leggono, è che tutti parlano di un uomo buono, perbene, che amava lo sport, la famiglia e gli amici. Nessuno si capacita ancora per la tragedia che ha sconvolto l’esistenza dei familiari di Carlo. Della famiglia, i parenti, gli amici, perché i conti con una vita che andrà avanti anche senza le persone che amiamo, spettano a chi resta. Il dolore più terribile, che pesa come un macigno, dovranno affrontarlo chi, quell’uomo, l’ha perso per sempre. Ma se è vero che nessuno muore sulla terra, finché vive nel cuore di chi resta, è anche vero che abituarsi resta sempre l’unica soluzione.
Carlo Maravigna stava facendo jogging sul lungomare di Ognina, in una serata come tante, tra bimbi in bicicletta e fidanzati mano nella mano, quando all’improvviso avrebbe accusato un malore, inaspettato, di quelli che non lasciano scampo. Si è accasciato al suolo, nei pressi di piazza Nettuno, e nonostante l’arrivo dei sanitari del 118, per il 48enne non c’è stato nulla da fare. Agli agenti intervenuti è toccato l’arduo compito di informare i familiari di quanto accaduto.
“L’Alliance Francaise è vicina ai familiari di Carlo Maravigna, che durante gli anni dell’Università ha frequentato la nostra sede di Catania e ci ha sempre portato nel cuore nonostante le diverse strade della vita intraprese. Catania perde un Uomo perbene”, questo uno dei messaggi sui social.
A trovare le parole per molti, soprattutto per il fratello di Carlo, l’Avvocato Pietro Ivan Maravigna, ci ha pensato – tra dolore e rabbia – il collega Alessandro Sofia. “Voglio ringraziare Alessandro Sofia perché ha trovato quelle parole che le mie lacrime soffocate in gola non riescono a fare uscire“, scrive il fratello della vittima. È proprio il collega a svelare l’identità dell’uomo deceduto sul lungomare di Catania e a ricordarlo, non come giornalista, ma come amico.
Intanto, questo pomeriggio, alle ore 16, si sono svolti i funerali nella chiesa San Pietro e Paolo di Catania. L’ultimo saluto per quell’uomo stimato e che, chissà dove, potrà continuare a correre in libertà.
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