Sicilia, è allerta su cozze e altri alimenti marini: la parola agli esperti

Sicilia, è allerta su cozze e altri alimenti marini: la parola agli esperti

CATANIA – La recente allerta sulle cozze vive lanciata anche in Sicilia ha riaperto una questione che da un po’ di tempo era stata chiusa nel cassetto, quella della genuinità dei nostri alimenti, in particolar modo quelli marini. La nostra isola è ricca di specialità culinarie con prodotti provenienti dal mare, come pesce o molluschi, che deliziano molto il nostro palato, ma spesso non ci si accorge del fatto che le sostanze che contengono al loro interno possono rivelarsi parecchio dannose per la nostra salute e avere conseguenze talvolta gravissime per il nostro apparato digerente.

Nel caso dei prodotti agricoli, fra cui soprattutto il grano, e di quelli provenienti dall’allevamento il pericolo maggiore è costituito dagli elementi chimici contenuti nei fertilizzanti e nei pesticidi. Per quanto riguarda invece i prodotti marini, specialmente per i molluschi, le principali fonti d’inquinamento possono essere due. La prima sono le feci contenute nell’acqua del mare, che contengono il famoso batterio Escherichia Coli, mentre la seconda, come abbiamo già visto nei mesi precedenti, la presenza di rifiuti di ogni tipo nei fondali marini o di elementi chimici diffusi degli stabilimenti industriali.

Quest’ultimo campanello d’allarme ha riguardato sia la Grande distribuzione che le pescherie e i mercati, facendo riflettere molto, oltre che sulla salute dei consumatori, anche sulle conseguenze che potrebbe avere nel mercato. In merito a ciò abbiamo sentito il presidente della Coldiretti Catania, Giovanni Pappalardo“Quest’allerta fortunatamente riguarda solo il prodotto consumato fresco – puntualizza Pappalardo –, perché nel momento in cui viene cucinato non c’è alcun rischio per la salute. Non si è ancora ben capita la sua provenienza, ma è stato solo l’ultimo in ordine di tempo. Noi come Coldiretti abbiamo stilato poco tempo fa una black list, con i prodotti più pericolosi, molti dei quali provenienti dall’estero, trattati con composti chimici. I dati dell’ultimo anno dell’Unione Europea parlano di 2.925 allarmi per cibi pericolosi. L’Italia in questo senso continua a essere il paese con meno segnalazioni, perché abbiamo le regole più rigide. Il problema riguarda le importazioni e chiediamo sempre che vengano resi noti i flussi commerciali delle materie prime. Con i mercati di Campagna amica a chilometro zero noi diamo una garanzia in più al consumatore”.