ACI CASTELLO – Nei giorni scorsi, in ottemperanza alle disposizioni del questore di Catania, è stato effettuato un servizio mirato alla tutela della salute pubblica e al rispetto della normativa in materia di autorizzazioni amministrative e sanitarie degli esercizi pubblici nel Comune di Acicastello.
Di particolare importanza assume il controllo effettuato presso uno stabilimento balneare situato sul lungomare Ciclopi i cui gestori, già dai primi giorni del mese di luglio, hanno dato luogo a molteplici serate danzanti, creando notevole disturbo alla quiete pubblica, problemi alla viabilità e all’incolumità pubblica.
Le serate si sono tenute senza la prevista autorizzazione amministrativa e in assenza del collaudo da parte della commissione di vigilanza pubblico spettacolo. Alla luce di quanto esposto, il gestore del locale è stato indagato in stato di libertà ai sensi degli artt. 80 T.U.L.P.S. e 681 C.P. che punisce chiunque apre abusivamente luoghi di pubblico spettacolo o intrattenimento senza avere osservato le prescrizioni dell’autorità a tutela della incolumità pubblica.
Anche dal punto di vista amministrativo e igienico sanitario sono state riscontrate molteplici violazioni e criticità. In particolare, è emersa la mancata implementazione delle schede HACCP, ovvero l’omissione di aggiornamento delle schede relative alle temperature dei frigoriferi e alle sanificazioni; inoltre, all’interno di un frigorifero sono stati trovati alimenti per i quali il titolare non è stato in grado di esibire la documentazione di rintracciabilità. Per tale motivo è stato sanzionato ai sensi dell’art. 5 Reg ce 852/2004 e ai sensi dell’art.18 Reg Ce 178/2002 per un importo totale di euro 3.500,00.
Numerose anche le violazioni in materia di sicurezza e prevenzione negli ambienti di lavoro con fili elettrici in stato di abbandono, la mancanza di spogliatoio per i dipendenti, il cattivo stato di igiene dell’infermeria e nei luoghi di somministrazione bevande: perciò, il titolare è stato indagato in stato di libertà ai sensi del Dlgs 81/2008.
Infine, sono stati sentiti i 7 dipendenti presenti al momento del controllo e, anche in questo caso, sono emerse numerose criticità: un dipendente ha riferito di lavorare 10 ore al giorno per un importo pari a 35 euro (quindi 3,50 euro l’ora), contrariamente a quanto riportato dal contratto di lavoro, altri hanno affermato di essere lavoratori in nero e altri ancora non sono stati in grado di esibire il proprio contratto di lavoro.