CATANIA – È subito polemica a causa della decisione da parte dell’azienda Pfizer di ridurre il personale allo stabilimento presente nel capoluogo etneo.
Sorprendentemente, il motivo dei licenziamenti non è legato a difficoltà di carattere economico: le ragioni, infatti, sarebbero ben diverse.
La causa del ridimensionamento dipende dal fatto che in Sicilia non vengono prodotti dei componenti per i vaccini anti-Covid, ormai diventati i prodotti più richiesti dell’azienda farmaceutica.
A mostrare il loro dissenso nei confronti della decisione presa sono i sindacalisti: “Pfizer non può pensare di depotenziare lo stabilimento di Catania“, hanno affermato Jerry Magno, Giuseppe Coco e Alfio Avellino, segretari di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec.
“Nello stabilimento operano professionalità di indiscussa competenza. Invece di avviare un rilancio – hanno continuato – la multinazionale decide di far marciare a scartamento ridotto impianti strategici, privandosi peraltro di personale altamente qualificato“.
Lo scorso lunedì l’azienda ha trasmesso ai sindacati l’elenco dei 130 esuberi, ma al momento non si conosce la sorte di questi dipendenti; il direttore dello stabilimento di Catania, Giuseppe Campobasso, ha reso nota la possibilità di trasferimenti all’interno della rete di produzione di Pfizer in Italia oltre a incentivi economici per favorire le uscite.
“Un tavolo di crisi alla Regione, per affrontare il caso della Pfizer di Catania – lo dichiara la deputata regionale del Movimento 5 Stelle, Jose Marano – sarà aperto in tempi rapidi. Abbiamo ottenuto l’impegno da parte dell’assessore al Lavoro, Scavone, che ho incontrato personalmente, oggi, in Ars, e che ha assicurato l’attenzione su questa vicenda. Ci sono in ballo ben 210 posti di lavoro e la serenità economica di altrettante famiglie siciliane e nessuno deve sottrarsi al proprio dovere”.
“La questione è stata portata all’attenzione del governo nazionale e del ministero dello Sviluppo economico – spiega Marano – e ci siamo già mossi attivando i nostri portavoce nazionali e il vice ministro Alessandra Todde“.
“Però un primo, indispensabile passaggio è proprio l’istituzione di un tavolo di crisi regionale che conduca successivamente a un analogo tavolo nazionale presso il ministero dello Sviluppo economico. Purtroppo, fino a stamattina, le istituzioni regionali non avevano ancora preso posizione, nonostante numerose richieste che ho rivolto nelle scorse settimane e un’audizione in commissione Lavoro all’Ars, che non ha però sortito alcun effetto concreto“.
“Tuttavia, oggi l’assessore regionale del Lavoro ha assunto un chiaro impegno in favore di questi lavoratori che rischiano da un momento all’altro di trovarsi in condizioni difficilissime. Il tavolo si farà a breve e sarà il primo atto per trovare una soluzione alla crisi, tutelare il più possibile i livelli occupazionali e dare garanzie e sostegno ai dipendenti sul loro futuro“.
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