Perquisizioni sui Nebrodi, scoperte truffe sui finanziamenti dell’Ue in agricoltura

Perquisizioni sui Nebrodi, scoperte truffe sui finanziamenti dell’Ue in agricoltura

SICILIA – Vasto blitz contro il “business della terra” in tre province siciliane e nei Nebrodi, teatro nei giorni scorsi di un agguato mafioso al presidente del Parco, Giuseppe Antoci.

Oltre ottanta finanzieri del Comando provinciale di Messina hanno eseguito decine di perquisizioni e di verifiche documentali: oltre trenta i provvedimenti della Procura nei confronti dei Centri di assistenza agricola, enti che gestiscono le istruttorie relative alle domande di finanziamenti europei e nazionali in agricoltura.

La vasta operazione, che interessa le province di Messina, Enna e Catania, scattata all’alba, è coordinata dal procuratore Guido Lo Forte. Un terremoto che ha come epicentro la zona di Tortorici, nota in passato per diversi episodi criminali, cuore anche del potere della cosca dei ‘tortoriciani’.

Alcuni dei destinatari dei provvedimenti hanno diversi precedenti penali per truffa, mentre altri risultano collegati alla criminalità organizzata locale. Le attività di polizia giudiziaria in corso riguardano un importante filone investigativo relativo a presunte truffe ai danni dell’Unione europea ed all’Agenzia per le erogazioni in agricoltura, l’Agea, realizzate da numerosi soggetti del comprensorio dei Nebrodi. Gli investigatori sono a lavoro per riscontrare se esista una regia comune in grado di coordinare i diversi imprenditori agricoli coinvolti. Lo scenario accertato conferma come i sistemi illeciti realizzati per drenare risorse finanziarie nel settore agricolo, di concreto interesse per la criminalità, sia ben radicato nella zona del Parco dei Nebrodi.

Le indaginisi sono sviluppate dopo diverse denunce presentate da parte di proprietari di terreni che al momento della presentazione della domanda per il contributo loro spettante si sono visti rispondere che le particelle di proprietà, a loro insaputa, erano già state inserite in analoghe domande di finanziamento, presentate da altre persone.

In realtà il meccanismo di frode era ben più strutturato, realizzato in via sistematica da alcune persone che inserivano in numerose istanze presentate da aziende agricole a loro riconducibili, terreni di ignari proprietari. Gli esiti degli oltre cento accertamenti svolti nella prima parte del 2016 e nel precedente biennio nella zona hanno permesso di rilevare irregolarità per quasi cinque milioni di euro di contributi illecitamente percepiti, su un totale di undici milioni oggetto d’analisi ed hanno portato alla denuncia di ben ottanta responsabili.

Altri sistemi di realizzazione delle truffe ai danni dell’Unione europea hanno riguardato soggetti che avevano ottenuto finanziamenti utilizzando particelle catastali di terreni di proprietà pubblica, attraverso la produzione di falsi titoli di conduzione oppure utilizzando fondi agricoli confiscati in base alla legislazione antimafia.