CATANIA – In merito al processo Gorgoni nel quale risulta rinviato a giudizio il geometra Angelo Piana, riceviamo una nota dello studio legale Lipera che riportiamo integralmente.
“Da ieri sera sul web, e oggi ripetuta sui giornali, la notizia che il quarantasettenne geometra Angelo Piana è stato rinviato a giudizio (insieme ad altri) dal G.U.P., dottoressa Simona Ragazzi, a seguito dell’udienza preliminare; questo dopo che a novembre dello scorso anno il professionista catanese era stato destinatario di una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP, dottoressa Anna Maria Cristaldi, perché accusato di corruzione e turbativa d’asta con l’aggravante di aver agevolato una conserteria mafiosa (il fatidico art. 7 D.L. 152/1991).
Or bene, l’accadimento così come riportato scheletricamente dagli organi di informazione, è corretto, ma assolutamente incompleto e merita innanzitutto di essere chiarito (un giorno, chissà quando, il legislatore spiegherà perché l’udienza preliminare di un processo penale non deve essere pubblica, ma si deve celebrare in camera di consiglio, quindi a porte chiuse, col divieto ai giornalisti di accedervi). Veniamo al fatto.
Vero è che il geometra Angelo Piana venne arrestato il 28 novembre 2017 come anzidetto con quel tipo di accuse, ma è anche vero che il 21 dicembre 2017 intervenne l’ordinanza del Tribunale “della Libertà” di Catania (Presidente Dott.ssa Gabriella Larato, a latere i Giudici Dott.ssa Dorotea Catena e Dott.ssa Claudia Ferlito), che con provvedimento articolato, circostanziato e motivatissimo, deposito il 30/1/2018, ebbe ad annullare tout court quell’ordine di cattura, statuendo che ‘il compendio indiziario acquisito non consente di condividere il giudizio di gravità espresso’ dal Giudice delle Indagini Preliminari.
Vi è da dire inoltre che anche i Magistrati, Pubblici Ministeri della Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, Dott.ssa Antonella Barrera e Dott.ssa Barbara Tiziana Laudani, non hanno impugnato l’ordinanza del Tribunale “della Libertà” avanti indicata, mostrando palesemente acquiescenza.
C’è da dire che purtroppo dieci anni fa la Corte Costituzionale ebbe ad abrogare la cd. Legge Pecorella che imponeva al P.M. di archiviare l’azione penale allorché fosse intervenuto un provvedimento che bocciava l’ipotesi accusatoria, resta però il fatto che la logica giuridica, grazie al Cielo, ancora non è stata abrogata!
Non vi è chi non veda, infatti, che se gli elementi processuali acquisiti dall’accusa non consentono di ritenere valida un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, a maggior ragione nel momento in cui si deve decidere sul rinvio a giudizio, passaggio in cui occorrono ben altri elementi in più per legittimare questo eventuale provvedimento, nessuno può comprendere come taluni non indizi (così come stabilito dal Tribunale “della Libertà”) possono elevarsi al rango di prove, lievitando, come per magia, senza ulteriore aggiunta di “ingredienti”.
A parere di questa Difesa, pertanto, è errato il rinvio a giudizio disposto nei confronti dell’imputato Angelo Piana che meritava di essere prosciolto, ragion per cui alla prossima pubblica udienza, che si celebrerà il 16 ottobre 2018 avanti alla Prima Sezione Penale del Tribunale di Catania, in composizione collegiale, verrà chiesto il proscioglimento immediato ai sensi dell’art. 129 c.p.p. (che ancora ci risulta vigente)”.