CATANIA – Un omicidio ben architettato quello che avrebbe progettato la 44enne Barbara Bregamo per uccidere il compagno e imprenditore catanese Santo Giuffrida, di 60 anni.
I fatti risalgono al 10 dicembre 2002 e oggi, a distanza di 16 anni dal delitto, il pubblico ministero Marco Bisogni ha chiesto la condanna a 14 anni e 8 mesi di reclusione per omicidio volontario premeditato in qualità di mandante. 10 anni sono invece gli anni chiesti per il 50enne Francesco Giuseppe Indorato, presunto complice e compagno della donna accusato di tentativo di omicidio.
Inizialmente, si era pensato ad un infarto mentre, in seguito, è emerso che nella notte tra il 9 e il 10 dicembre del 2002 all’uomo sarebbe stata iniettata una dose di una sostanza velenosa che lo avrebbe soffocato. La donna avrebbe poi inscenato la morte naturale dell’uomo.
Il delitto sarebbe stato compiuto con la complicità di altri due imputati, Antonio Zuccarello, di 52 anni, e Alfio Maugeri, di 45 anni, ancora in fase di udienza preliminare.
Secondo l’accusa, la donna sarebbe stata anche la mandante di un altro tentativo di omicidio, affidato all’attuale collaboratore di giustizia Luciano Cavallaro che avrebbe a sua volta “delegato” Indorato di assassinare il 60enne con un coltello. L’udienza è stata aggiornata al prossimo 21 giugno.