CATANIA – Numero Unico Europeo per l’Emergenze (Nue) 112, un argomento che nelle ultime settimane ha fatto molto discutere, per la novità in primo luogo, ma soprattutto per le criticità che spesso lasciano interdetti gli utenti, desiderosi di risolvere immediatamente i problemi in cui si stanno imbattendo in quel momento. Introdotto con una Centrale Unica di Risposta (Cur) tra il mese di giugno e il mese di luglio in tutti i capoluoghi di provincia della parte orientale della nostra isola, ha sollevato le prime polemiche già a partire dal bisogno di un personale qualificato allo scopo di mantenere forte il legame con il territorio e con i cittadini.
In seguito è nato un vero e proprio caso, anche dopo diverse segnalazioni dei nostri lettori, in merito alla tempistica della telefonata. La prima informazione da ricavare per il sistema è il distretto dal quale la chiamata viene effettuata e in seguito avviene la verifica e la localizzazione per mettere in contatto il comune cittadino con l’ente preposto a soddisfare la sua richiesta. Quest’ultima però diverse volte non ha trovato alcun riscontro e molti utenti si sono spesso trovati a sentire la musichetta dell’attesa telefonica per minuti interminabili, prima di sentire l’operatore per avere soddisfatta la propria richiesta di soccorso. Se poi aggiungiamo il problema della localizzazione del luogo esatto dal quale proviene la segnalazione, il problema assume proporzioni parecchio rilevanti, e un esempio in questo senso deriva dall’ultimo fatto accaduto tra Paternò, Belpasso e Ragalna, segnalato da un nostro lettore.
Sentendo le opinioni di alcune persone, abbiamo notato come le difficoltà sotto certi aspetti siano aumentate perché il livello di priorità delle telefonate non si riesce a percepire, data l’unicità del centralino. Così mentre prima si riusciva a intercettare la segnalazione di un falso allarme, adesso è divenuto molto più complicato e la speranza dei cittadini è quella che quanto prima possibile queste diatribe possano terminare.
Una risposta in questo senso ce la dà il responsabile dell’Area Operativa Regionale della Seus Nico Le Mura, la società consortile gestita dalla Regione Sicilia in collaborazione con le aziende del Servizio Sanitario Regionale, che ha puntualizzato come il sistema è in crescita per raggiungere in futuro livelli ottimali. “Noi abbiamo dei parametri di tempistica imposti dal Ministero dell’Interno – spiega Le Mura – ma finora non abbiamo riscontrato alcuna criticità. Per quanto riguarda il caso accaduto tra Belpasso e Ragalna è stato un problema di localizzazione in quanto la strada è compresa tra i due comuni. Spesso può anche accadere che il sistema registra le informazioni sul luogo dal quale proviene la chiamata che può essere diverso da quello in cui si deve intervenire. A ciò aggiungo che in alcuni casi il personale è interamente occupato e bisogna aspettare il primo operatore che si libera, ma noi comunque stiamo lavorando per rendere il servizio sempre più efficiente. Il nostro personale è del 118 e viene formato dal Ministero, tramite la Regione Lombardia, l’Areu (Azienda Regionale Emergenza Urgenza) e la Regione Sicilia, che hanno firmato un protocollo d’intesa in tal senso”.
I parametri vengono rispettati anche in termini di personale e di innovazione tecnologica, in quanto “abbiamo un operatore ogni 55 mila abitanti – conclude Le Mura – e a livello nazionale qui in Sicilia siamo tra i primi. Il nostro sistema di localizzazione e risposta alle richieste comprende anche una chiamata di sollecito, che arriva in un monitor, in caso di chiamata di emergenza proveniente dalla centrale di secondo livello. La sicurezza e la salute dei cittadini vengono sempre al primo posto, con al servizio la nostra innovazione nei mezzi, e la collaborazione tra i diversi enti preposti è tanta”.