CATANIA – L’utilizzo della mascherina come strumento salvavita proteggerà dall’emergenza sanitaria che da tempo sta sconvolgendo il nostro Paese, ma non produce effetti benevoli sull’ignoranza e l’inciviltà che continuano a serpeggiare tra chi continua a sporcare il capoluogo etneo.
Il lancio a terra del dispositivo medico è diventata una volgare abitudine di molti che, oltre a rappresentare un potenziale pericolo per chi ne entra non intenzionalmente in contatto, in primis bambini o anziani, costituisce l’ennesimo delitto nei confronti del decoro urbano.
Un atto maleducato che va a fondersi in quell’humus già fortemente contaminato da rifiuti e scarti di vario genere, colpevolmente abbandonati ai bordi delle strade o, ancor peggio, nelle poche aree verdi della città. Nessuna arteria o slargo etneo sembra esserne esente come, per esempio, l’ala più settentrionale di piazza Santa Maria di Gesù, dove da tempo si addensano difficoltà irrisolte.
Anche qui, come in altre parti della città, trovare dell’immondizia in un’aiuola catanese non stupisce più, così come ritrovarsi a percorrere improvvisamente un marciapiede completamente dissestato con mattonelle divelte che scoprono una superficie insidiosa.
E chissà quante volte i pedoni saranno stati costretti, in questo spazio, a doversi spostare sulla carreggiata con il rischio di essere falciati dalle auto in transito per proseguire il proprio cammino, altrimenti arrestato dalle piante sporgenti che non consentono di andare oltre.
Sullo sfondo, infine, l’annoso problema delle radici sporgenti degli alberi che, nel corso degli ultimi anni, hanno letteralmente spaccato l’asfalto destinato ad accogliere le strisce blu per il parcheggio a pagamento delle auto.