Inchiesta “Università bandita”: Codacons chiede rinvio elezioni nuovo rettore

CATANIA – Continua a far discutere il caso relativo al giro di corruzione all’interno dell’Università di Catania, che questa mattina ha visto tra gli indagati anche l’ex primo cittadino di Catania, Enzo Bianco, denominato “Università bandita”.

Dopo aver appreso che il decano dell’Università di Catania, il professor Vincenzo Di Cataldo, ha convocato le elezioni per la nomina del nuovo rettore dell’ateneo per il 23 agosto prossimo, il Codacons, attraverso l’avvocato Carmelo Sardella, dirigente dell’ufficio legale regionale, avanza dubbi sulla legittimità della procedura utilizzata e chiede il rinvio delle elezioni, dopo le recenti dimissioni di Francesco Basile.

Da un punto di vista di legittimità viene contestata la portata del Decreto Luogotenenziale del 7 settembre 1944, che sembrerebbe esser stato illegittimamente utilizzato dal Decano per convocare d’urgenza le imminenti elezioni del rettore. Nello specifico viene contestata l’assenza del potere esercitato dal Decano, con richiesta di un intervento chiarificatore da parte del Miur e della Presidenza del Consiglio dei Ministri, con un auspicato apporto collaborativo dell’Anac.

“L’eccezionalità e gravità dell’inchiesta ‘Università bandita‘ con le indagini ancora in corso – afferma Sardella – e oggi con nuovi indagati, potrebbe esser tale da non rendere valide le indette elezioni universitarie, laddove, l’unico ‘organo accademico’ competente ad avviare la procedura elettorale è il Senato Accademico che non può essere convocato e presieduto da altri all’infuori del rettore o prorettore. Allo stato, sia sotto un profilo di legittimità che di opportunità, poiché entrambi gli organi mancano, si imporrebbe l’intervento degli organi superiori, in questo caso il Consiglio dei Ministri. Proprio per questo, per evitare ulteriori danni, sembra ragionevole il ricorso a una fase para-commissariale che garantisca tutti, soprattutto professori, dipendenti e studenti, e consenta di fare chiarezza. Pertanto, il Codacons, a salvaguardia dei principi di trasparenza e buon andamento della pubblica amministrazione, chiede che le autorità ministeriali competenti dispongano un tavolo tecnico finalizzato a vagliare la correttezza procedurale adottata, l’osservanza delle tempistiche per le suddette nomine, e il rispetto della prioritaria esigenza di garantire sia la continuità dei servizi universitari, che una discontinuità rispetto i fatti di indagine, e per l’effetto avocare a loro i poteri gestionali dell’Ateneo, sospendendo le convocate elezioni”.

Inoltre l’associazione fa un’istanza all’Ateneo per l’analisi approfondita dei documenti che hanno portato a quanto accaduto.

“Il Codacons ha chiesto all’Università di Catania – conclude Sardella – l’ostensione documentale degli ex articoli 22 e ss. l. 241/90, nonché in forza della normativa su accesso civico e generalizzato, di atti, documenti, verbali e ogni altro documento dal quale si evincano i documenti che hanno determinato sia le dimissioni che le revoche degli incarichi, nonché ogni altro documento inerente la fase di convocazione della Seduta del Senato Accademico; infine, sono stati richiesti i documenti disciplinanti i requisiti soggettivi sia dell’elettorato attivo che dell’elettorato passivo in ordine alle imminenti, seppur contestate, elezioni del 23/8/19″.