Il caso Diciotti e il “triangolo” Salvini- EU- migranti al centro dell’attenzione internazionale: cosa vede principalmente il mondo?

Il caso Diciotti e il “triangolo” Salvini- EU- migranti al centro dell’attenzione internazionale: cosa vede principalmente il mondo?

CATANIA – Il caso dei 177 migranti a bordo della Diciotti, bloccati al porto di Catania per 5 giorni senza avere il permesso di sbarcare, ha decisamente attirato l’attenzione dei media e dei cittadini italiani. La vicenda, però, è andata ben oltre i confini della nostra penisola e per diversi giorni è stata centrale nei quotidiani di tutto il globo.

L’Italia intera si è divisa tra chi sostiene la linea dei “porti chiusi” del ministro degli Interni, Matteo Salvini (tra questi, il primo cittadino di Messina, Cateno De Luca, che ha supportato la posizione di Salvini, nonostante alcune discrepanze nelle loro rispettive opinioni politiche) e chi, invece, invoca maggiore umanità e chiede al Governo di aiutare le persone in difficoltà presenti sulla nave Diciotti (in questo contesto, ha avuto particolare importanza la cosiddetta “protesta degli arancini”, dove il piatto tipico siciliano è diventato simbolo di accoglienza e incontro culturale).

Visto il dibattito costante sui flussi migratori nell’Unione Europea (e non solo), è stato ovvio sin dall’inizio che l’episodio della Diciotti non sarebbe rimasto una questione strettamente italiana.

Stato del Vaticano, Irlanda e Albania hanno mostrato la volontà di accogliere alcuni dei 177 migranti, mentre altri Paesi, come il Belgio, hanno escluso la possibilità di offrire aiuto all’Italia per la redistribuzione delle persone a bordo della nave (come annunciato dal segretario di Stato all’Asilo belga, Theo Francken, appartenente al partito nazionalista fiammingo N-va) e l’Ungheria (il primo ministro, Viktor Orbán, ha incontrato Salvini e ha manifestato apertamente il suo sostegno alla sua linea politica e allo stesso ministro, in questo momento al centro di un’inchiesta per sequestro di persona per il caso Diciotti).

Non sono solo le autorità politiche a intervenire sulla questione, ma anche i media più influenti al mondo, ognuno dei quali ha dedicato almeno un piccolo spazio all’avvenimento che ha “infiammato” la città di Catania negli ultimi giorni, seppure l’analisi si fermi spesso all’aspetto politico della vicenda, lasciando i problemi umanitari in secondo piano.

L’emittente britannica BBC, particolarmente attenta alle questioni internazionali, ha riservato diversi articoli e servizi televisivi al caso Diciotti e all’inchiesta contro Salvini. In particolare, in un articolo sulla “protesta degli arancini” a Catania, la BBC conferma l’esistenza di un’opposizione alle opinioni politiche di Salvini. Ciò che viene messo in evidenza, però, oltre alla protesta in sé, è come il leader della Lega tenti di “sfruttare al meglio il sentimento anti-immigrazione, soprattutto sui social. Di lui, però, non si parla sempre in termini critici: infatti, in alcune considerazioni precedenti al caso, diversi giornalisti hanno notato come lo scontro Italia-Eu sulla questione immigrati sia antecedente all’insediamento del nuovo Governo.

La BBC ha prestato attenzione anche ai veri protagonisti del caso Diciotti, i migranti: di loro si dice che provengono per lo più dall’Eritrea, Paese in cui il servizio militare obbligatorio “è stato paragonato alla schiavitù dalle Nazioni Unite, e che agli occhi dei volontari sono apparsi “esausti e confusi” (soprattutto i bambini). In diversi articoli, inoltre, l’emittente britannica ha intervistato volontari di Ong e psicologi per andare oltre gli scontri tra i vari Stati europei e vedere la questione sotto altri punti di vista.

Diversa la prospettiva presentata dal Budapest Business Journal, quotidiano ungherese, che si concentra principalmente sull’intesa Orbàn-Salvini, riportando le parole del ministro ungherese, che definisce “fondamentale” il ruolo di Salvini per la protezione dei confini europei, individuando il leader della Lega come suo “eroe”. Il politico ungherese si schiera, quindi, a favore di Salvini, dicendo di essere parte di quel gruppo che vuole “fermare l’immigrazione illegale”. Nell’articolo si parla anche dell’avanzata delle destre nazionaliste in Europa, particolarmente rilevante in vista delle elezioni europee del prossimo maggio.

Anche i media di oltreoceano non sono rimasti indifferenti alla questione. La CNN, che si è concentrata principalmente sull’aspetto politico della vicenda, esprimendo una posizione apparentemente non molto favorevole nei confronti del leader della Lega, definito come un “ministro degli Interni inflessibile” (“hard-line Interior Minister”). Anche l’emittente statunitense dedica uno spazio a rappresentanti di varie organizzazioni internazionali che chiedono all’UE di offrire aiuto ai rifugiati e di non anteporre la lotta politica ai problemi umanitari. C’è anche un’altra questione che la CNN non ha tralasciato: la nuova “alleanza” Salvini-Orbàn, definita come un potenziale “cavallo di Trojan” per l’Unione Europea.

La vicenda ha attratto anche la curiosità di quotidiani egiziani. Su Ahram, in particolare, si riporta anche dell’intervento della Libia, il Paese che i migranti hanno dovuto attraversare prima di arrivare in Italia, sulla vicenda Diciotti, trascurato o considerato in maniera marginale da altri organi di stampa. Il Paese nordafricano avrebbe rifiutato di accogliere le 177 persone sulla Diciotti, chiedendo anche l’intervento dei Paesi d’origine per far fronte all’emergenza.

Anche il quotidiano egiziano, come altri già citati e diversi media italiani, riporta le parole di Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, che ha deciso di intervenire con l’intento di fermare la lotta politica e chiedere al mondo intero di riflettere sulla situazione delle vere vittime del caso Diciotti e di tutti quelli simili. Il Commissario ha infatti affermato che “è giunto il momento di porre fine al botta e risposta che ha visto i Paesi competere in una corsa al ribasso su chi può assumersi la responsabilità minore per le persone soccorse in mare”, aggiungendo che è pericoloso e immorale mettere a rischio la vita dei rifugiati e dei richiedenti asilo, mentre gli Stati sono impegnati in un braccio di ferro politico per soluzioni a lungo termine”.

Immagine di repertorio