Quattro i fermati per l’omicidio di Librino: c’è anche il minorenne

Quattro i fermati per l’omicidio di Librino: c’è anche il minorenne

CATANIA – Potrebbero esserci dei testimoni che hanno vuotato il sacco. Si stringe il cerchio intorno all’omicidio di viale Bummacaro a Librino. È scattato anche il quarto fermo.

Dopo il minorenne il cui provvedimento è stato emesso dalla Procura della Repubblica del tribunale dei minori di Catania, un’altra persona è stata arrestata. Si tratta di una famiglia: tre fratelli, Antonino, Michele e Davide Celso rispettivamente di 42, 38 e 23 anni e il nipote minorenne.

I carabinieri, coordinati dal procuratore aggiunto Marisa Scavo, stanno seguendo le indagini per capire cosa si nasconde dietro questo assassinio che ha tutti gli elementi dell’esecuzione e nel pomeriggio di ieri hanno disposto i primi due fermi. Subito dopo sono arrivati gli altri due.

Qualcuno ha visto? Chi ha sentito? I killer hanno crivellato di colpi Daniele Di Pietro, pregiudicato catanese di 39 anni, in pieno giorno e in una delle strade principali del quartiere satellite della città.

La vittima si trovava davanti la propria abitazione, al civico nove, quando è stata avvicinata dai sicari che gli hanno scaricato addosso più di dieci colpi. Di Pietro ha tentato di nascondersi dietro una macchina parcheggiata ma il riparo non è servito a niente.

Con dieci pallottole in corpo l’uomo si è accasciato a terra mentre i killer si davano alla fuga. Una telefonata è arrivata al 118 e i sanitari, giunti sul posto, hanno trasportato Daniele Di Pietro che era ancora vivo al pronto soccorso dell’ospedale Vittorio Emanuele ma durante la corsa l’uomo è morto.

Un regolamento di conti? E’ quasi certo ma ancora non sono chiare le motivazioni.

Certo è che Di Pietro gravitava negli ambienti della malavita catanese e aveva precedenti per spaccio e reati contro il patrimonio. A 21 anni era stato arrestato durante un’operazione anti-droga che ha inchiodato una banda che trafficava eroina e marijuana con Reggio Calabria.

A Di Pietro è toccato un destino non diverso rispetto a quello dei suoi fratelli Angelo e Orazio che sono stati assassinati anni fa. Nel 2001 per l’assassinio di quest’ultimo si consegnò agli inquirenti Vincenzo Fiorenti, esponente del clan Cappello e ora collaboratore di giustizia. È solo questione di ore e il caso potrebbe essere risolto.