CATANIA – Ecco la data del processo riguardante la faida avvenuta tra il clan dei Cursoti Milanesi e il clan Cappello di Catania, che ha portato alla tristemente famosa sparatoria del Librino, nella quale persero la vita Enzo Negativa e Luciano d’Alessandro.
Il 4 ottobre davanti la Corte d’Assise di Catania si celebrerà il processo a seguito delle indagini sfociate nell’operazione denominata Centauri, che ha fatto luce su quanto accaduto prima e dopo la tragica sparatoria. Sono stati 14 gli arresti nel contesto dell’operazione.
Il G.U.P., Maria Ivana Cardillo, ha deciso di rigettare alcune richieste di accesso al giudizio abbreviato applicando la norma che rende inaccessibile il ricorso a riti alternativi per delitti che prevedono la condanna all’ergastolo. Rigettata anche la richiesta di esclusione di alcune delle aggravanti contestate e la richiesta di incompatibilità del G.U.P..
Sono undici le persone rinviate a giudizio, a vario titolo, per la sparatoria, con l’aggravante di avere favorito il clan dei Cursoti Milanesi, contrapposto alla cosca Cappello. Sono: Carmelo Di Stefano, Martino Carmelo Sanfilippo, Roberto Campisi, Davide Agatino Scuderi, Michael Agatino Sanfilippo, Giovanni Nicolosi, Rosario Viglianesi, Santo Tricomi, Salvatore Chisari, Angelo Condorelli ed Emilio Cangemi.
Altri 13 imputati, ritenuti appartenenti al clan Cappello, sono stati ammessi al rito abbreviato. Sono: Mario Bonaventura, Sebastiano Cavallaro, Renzo Cristaudo, Gaetano Ferrara, Luciano Guzzardi, Santo Guzzardi, Rocco Ferrara, Massimiliano Cappello, Salvuccio jr Lombardo, Gaetano Nobile, Giuseppe Romano, Riccardo Pedicone, Rinaldo Puglisi, Gioacchino Spampinato, Luciano Tudisco. Nel processo con rito abbreviato, che si terrà il prossimo 14 ottobre, verrà giudicato anche il collaboratore di giustizia Concetto Bertucci.
Dunque, si saprà l’esatta verità di quanto accaduto quel maledetto 8 agosto di un anno fa. Verrà fatta giustizia, perché a prescindere da quale vita conducessero le vittime, morire a 48 e 29 anni per strada con delle pallottole in corpo non è cosa accettabile in una società civile, ancor più quando nel mezzo potrebbero finire persone che non centrano nulla con quel contesto malavitoso e criminale.
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