Giallo Cimò, Di Grazia condannato a 25 anni per l’omicidio della moglie

Giallo Cimò, Di Grazia condannato a 25 anni per l’omicidio della moglie

CATANIA – Emessa la sentenza di condanna per il marito di Mariella Cimò accusato dell’omicidio della moglie e dell’occultamento del cadavere.

Dopo 6 anni di indagini e accertamenti, la Corte d’Assise, presieduta da Rosario Cuteri, ha condannato Salvatore Di Grazia, 81enne, ad un pena di 25 anni di reclusione

Mariella Cimò era scomparsa il 25 agosto del 2011 e la denuncia era stata presentata dal marito dopo 10 giorni. I due erano sposati da oltre 40 anni ma nell’ultimo periodo erano nati dei contrasti di tipo economico e passionale. In particolare i litigi erano causati dalla gestione dell’autolavaggio self-service di Aci Sant’Antonio, di proprietà della moglie e nel quale il marito lavorava.

Gli scontri si fecero sempre più forti e violenti dato che la moglie era intenzionata a vendere, al contrario del marito che, come sembra essere emerso da varie investigazioni, si serviva degli uffici per incontri extraconiugali.

Il pubblico ministero Angelo Busacca aveva chiesto la condanna all’ergastolo.

La Corte ha inoltre deciso di provvedere ad un risarcimento ai nipoti della vittima Mariella Cimò per essersi costituiti parti civili.

Il risarcimento di 50 mila euro tocca a Umberto Cimò, 30 mila euro ai nipoti Antonio e Irene Cicero e Maria Grasso, altri 5 mila euro a Paolo, Fabio, Nadia, Annalisa e Carmela Ferrara e Carmela e Maria Cicero.