Gela: continua la protesta dei dipendenti del petrolchimico. Domani tavolo di confronto

Gela: continua la protesta dei dipendenti del petrolchimico. Domani tavolo di confronto

GELA –A Gela è in corso una mobilitazione straordinaria contro lo svuotamento del protocollo d’intesa sottoscritto. I lavoratori hanno fermato tutti i 65 pozzi on shore ed è presumibile che la mobilitazione cresca nei prossimi giorni”.

Non mostrano alcun cenno di ritirata i lavoratori dell’Eni e dell’indotto di Gela che ieri hanno paralizzato per tutto il giorno il traffico sulla strada statale 117 Catania-Gela, all’altezza del centro direzionale Enimed, ma anche sulla strada statale Gela-Licata.

Proseguono anche oggi, infatti, i presidi, organizzati dai sindacati confederali, Cgil, Cisl e Uil, dai lavoratori dell’indotto e dai dipendenti diretti del petrolchimico dell’Eni, proseguiranno anche oggi.

Si tratta di una situazione molto critica generata dalla chiusura della raffineria a causa della sua mancata riconversione in “green raffinery”. Parliamo, in sostanza, di una vera e propria mobilitazione per la mancata attuazione del protocollo d’intesa sulla riconversione della raffineria, firmato nel novembre del 2014.

 “Vogliamo fare arrivare la nostra voce al premier Matteo Renzi – dichiara Emilio Miceli, segretario generale della Filctem Cgil – perché gli impegni presi con il suggello del presidente del Consiglio, vanno rispettati”.

Per il leader nazionale della Filctem Cgil, l’Eni “sta dismettendo la sua presenza in Italia e il Governo non può assistere a un fatto così eccezionale senza dire parole chiare”.

E intanto ieri è fallito il tentativo del prefetto di Caltanissetta, Maria Teresa Cucinotta, di riportare la “vertenza Gela” sul piano del dialogo con le istituzioni, chiedendo ai sindacati la rimozione dei blocchi stradali.

Le segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil guardano con attenzione, ma anche con scetticismo, al tavolo di lavoro convocato per le 16 di domani, a Palermo, dal governatore della Sicilia Rosario Crocetta per affrontare la questione dell’impianto Eni ma ancora prima di questo confronto intendono incontrare il presidente della commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi, che domani dovrebbe essere a Gela per partecipare all’inaugurazione della nuova sede del comitato antiracket e antiusura “Gaetano Giordano”.

A Bindi sarà consegnata la lettera per il premier Renzi, al quale, come accennato poc’anzi, chiedono di accelerare la firma dell’accordo di programma per facilitare la riconversione green della raffineria e la spesa degli annunciati finanziamenti Eni per 2,2 miliardi in Sicilia, avviare gli interventi di bonifica del territorio e consentire gli insediamenti produttivi di aziende private nelle aree dismesse del petrolchimico. L’urgenza delle risposte è dettata dalla crisi occupazionale che vede mille dipendenti dell’indotto rischiare il posto di lavoro, dopo che alcune decine di lavoratori sono stati già licenziati.