Ex Italcementi: le posizioni di Cgil, Fillea Cgil ed Arci Catania

Ex Italcementi: le posizioni di Cgil, Fillea Cgil ed Arci Catania

CATANIA – Questa mattina c’è stato un incontro fra vari rappresentanti sindacali, appartenenti alla Fillea Cgil catanese e siciliana, con la presenza delle seguenti figure sindacali e non: il segretario generale Giovanni Pistorio, del segretario provinciale della stessa Vincenzo Cubito e del segretario confederale della Cgil di Catania Peppe D’Aquila, i presidenti di Arci Catania Matteo Iannitti e Nancy D’Arrigo, il giornalista Giovanni Caruso, la giornalista Luisa Santangelo,  esprimendo un parere negativo (spiegandone le loro opinioni in merito), riguardo una nuova possibile cementificazione dell’area che un tempo fu il plesso industriale dell’ex Italcementi di via Domenico Tempio, nelle vicinanze del Porto di Catania.

Lo striscione sindacale esposto in via Santissima Maria Assunta

Le dichiarazioni dei dirigenti sindacali presenti all’incontro

 

 

 

Le dichiarazioni dei referenti di Arci Catania Matteo Iannitti e Nancy D’Arrigo

Le scelte urbanistiche del nostro territorio negli ultimi cinquant’anni non sono mai state fatte a favore dei cittadini. Le aree libere sono state divorate dalle costruzioni e dal cemento. Nonostante la città ha sempre meno abitanti vengono autorizzate sempre più costruzioni. In pochissimi si sono arricchiti e in troppi soffriamo l’assenza di verde, di affacci sul mare, di spazi pubblici e gratuiti.

Siamo qui per dire alla città che la programmazione urbanistica non è una cosa che deve riguardare solo i tecnici, gli addetti ai lavori o i ricchi signori proprietari di terreni e palazzi: riguarda tutti i cittadini, la nostra qualità della vita, il diritto di vivere in un territorio accogliente e sicuro. Siamo qui per denunciare la speculazione edilizia, i nuovi progetti di cementificazione del territorio, i tanti abbandoni che potrebbero diventare occasioni di sviluppo sociale sostenibile.

Lo facciamo partendo da questo luogo emblematico: l’ex cementificio. Acquistato da privati dalle storie opache, per essere rivenduto a dieci volte il suo valore al pubblico. Un’area che poteva essere una grande occasione di rigenerazione per la città, trasformata nell’ennesima speculazione a vantaggio dei privati”.

Le parole del segretario confederale della Cgil di Catania Peppe D’Aquila

Non si può cambiare il volto e la funzionalità di un territorio senza un confronto a tutto campo con le istituzioni, a partire dal comune. Catania è fortemente deficitaria sulla progettualità di sistema e su questa dobbiamo agire.

Insieme agli altri sindacati, nei mesi scorsi, ci siamo confrontati con la presidenza dell’ autorità portuale e di certo continueremo a insistere affinché qualunque scelta venga fatta dentro un ottica di sistema per cogliere le opportunità di realizzare nuove e moderne infrastrutture. Oggi è tempo di preservare la nostra città da nuovi errori.

L’area del Porto di Catania deve essere inquadrata, per la sua strategicità, nell’ambito della restituzione di uno spazio aperto alla città da un lato e dall’altro deve agganciare nuove e moderne infrastrutture. Se viene meno il confronto collettivo sulle cose da fare su una cosa tanto complessa quanto delicata, rischiamo di far prevalere l’interesse privato a discapito del bene comune che va perseguito in ogni momento”.