RIPOSTO – Su disposizione della Procura della Repubblica di Catania, i carabinieri della stazione di Riposto hanno eseguito due misure cautelari emesse dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale etneo, nei confronti (in foto in basso da sinistra) del 37enne Sebastiano Emanuele Grasso, sottoposto agli arresti domiciliari, e del 22enne Simone Leonardi sottoposto all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Grasso, in particolare, era diventato il terrore dei commercianti del giarrese poiché dal mese di febbraio di quest’anno si era reso responsabile di numerosi furti, portati a termine o solo tentati, in esercizi commerciali senza predilezione di tipologia, era infatti sufficiente che custodissero il cassetto del registratore di cassa.
Era questo il comune denominatore nel modus operandi del 37enne.
Fondamentale per le indagini dei militari è stato l’apporto dei sistemi di videosorveglianza che li hanno lungamente impegnati nel tentativo, fortunatamente riuscito, dell’identificazione del soggetto il quale, dopo aver precedentemente effettuato i necessari sopralluoghi, interveniva nell’arco notturno tra l’una e le quattro del mattino con il volto coperto sino agli occhi da uno scalda collo, scardinando porte o infrangendo vetrate e, quindi, dirigendosi verso il registratore di cassa da cui rubava per intero il relativo cassetto porta banconote.
Nel corso delle attività investigative tra l’altro un cassetto, riconosciuto da una delle vittime del furto, era stato trovato nell’area di pertinenza condominiale di Graddo il quale, candidamente ma con poca credibilità, aveva dichiarato d’averlo avuto in prestito da un amico.
La serialità nelle scorribande del 37enne, che non si esclude abbia agito con il supporto di complici, è stata così documentata dai militari all’autorità giudiziaria che ha emesso il provvedimento cautelare, anche nei confronti di Simone Leonardi il quale, almeno in un caso e con Grasso, ha utilizzato la propria autovettura per l’esecuzione di un raid a un chiosco non riuscito solo perché il commerciante, a seguito dello stato di tensione generato dalla frequenza dei furti in zona, aveva pensato bene di portar via con sé l’intera cassa.