CATANIA – Arriva da parte di Asia Usb Catania una nota stampa in merito all’emergenza sfratti a Catania e non solo:
“Dal primo gennaio 2022 diventeranno esecutivi gli sfratti maturati durante il lockdown, che ancora sono bloccati. Questi dati ci dicono qualcosa che va oltre l’emergenza, e cioè che la legge sugli affitti, la 431 del 1998, ha fallito, in quanto la maggior parte dei procedimenti di sfratto sono per morosità non colpevole. Gli affitti sono aumentati in modo esponenziale, i salari no e anche il ceto-medio e il medio-basso, si sono impoveriti, di fatto il fenomeno va di pari passo con le esecuzioni di aste immobiliari per pignoramento di immobili, che rappresenta l’altra faccia della medaglia.
In questa dura situazione il SUNIA CGIL, da sempre contraria al blocco degli sfratti, non ha trovato di meglio che proporre alla prefettura di Catania di collaborare per istituzionalizzare una sorta di coordinamento per programmare al meglio gli sfratti. In questa dura situazione la legge che prevede la partecipazione dell’IACP alle aste non è applicata. Inoltre, ad oggi, in seguito all’esecuzione di uno sfratto non è prevista nessuna presa in carico da parte del comune. Tutto questo porta alla disgregazione dei nuclei familiari e alla marginalizzazione estrema di chi subisce uno sfratto. Tante e tanti di coloro che sono riusciti ad essere alloggiati in un B&B utilizzando lo strumento del buono casa in seguito sono stati sfrattati per morosità con l’intervento, spesso, della polizia.
Quanti sono a Catania i nuclei familiari in attesa di un’assegnazione?
Tempi di istruttoria incredibilmente lunghi e ritardo nell’aggiornamento semestrale delle graduatorie ammessi e non ammessi non permette una reale risposta a questa legittima domanda. Inoltre, le assegnazioni sono ferme, dimostrazione che l’intero sistema abitativo è in preda alla paralisi. Quanti alloggi edifici, singole case o appartamenti vuoti in città? Moltissimi, pubblici ma soprattutto di privati.
Le soluzioni che da anni proponiamo inascoltati per superare finalmente la fase emergenziale rimangono le stesse:
- finanziamento serio e strutturale di una politica che promuova e tuteli il diritto alla casa;
- potenziamento e valorizzazione degli uffici che devono risolvere il problema dell’abitare e non peggiorarlo;
- gestione ottimale del patrimonio e suo incremento requisendo l’inutilizzato dei grandi gruppi costruttori;
- recupero della funzione sociale del patrimonio riconducibile agli ex enti previdenziali e contestuale arresto delle dismissioni;
- bloccare sfratti, sgomberi e pignoramenti”.