CATANIA – Sono giorni particolari per la città di Catania, che quest’anno si è svegliata all’alba del 4 febbraio senza poter salutare la sua Sant‘Agata nella stessa maniera che ormai si tramanda da anni e anni. Il Covid ha stravolto la forma di una tradizione storica, ma la devozione dei cittadini non è mancata anzi, dopotutto, si è rafforzata a causa del triste periodo. In molti affidano le proprie preghiere alla patrona cercando quel conforto che in questo momento sembra mancare.
A tal proposito, ieri 5 febbraio, considerato uno dei giorni più importanti di questo evento particolarmente sentito addirittura oltre il confine regionale, i fedeli non hanno rinunciato a una visita in piazza Duomo dove è custodita la santa.
Proprio in questa occasione emergono due visioni contrastanti tra loro: da un lato c’è la commozione per una festa particolarmente sentita, dall’altro c’è l’elevato rischio di infrangere le regole anti-Covid scatenando pericolosi assembramenti, come quelli documentati ieri da alcune foto circolanti in rete.
Tra mascherine indossate o meno, il quadro emerge in maniera chiara: gli assembramenti c’erano, gli scatti lo confermano.
Ma c’è di più, c’è qualcosa che desta impressione e che si trova oltre la “facciata” di questa situazione, oltre la facciata del Duomo: questa mattina la Cattedrale si è presentata totalmente vuota, priva dei suoi devoti più cari.
Lo stesso giorno, lo scorso anno, quella stessa Cattedrale e il grande spazio all’esterno non avrebbero avuto abbastanza spazio per accogliere le migliaia di persone che si sarebbero accalcate tra di loro per seguire le varie fasi della festa.
Una metafora potrebbe racchiudere tutto ciò: la Cattedrale vuota di oggi può rappresentare il vuoto interiore dei catanesi nel non poter vivere per la prima volta l’avvenimento più atteso di ogni anno.