CATANIA – L’ultimo Dpcm di Natale firmato dal governo nazionale per contenere la diffusione del Coronavirus ha dato una batosta anche a una delle ricorrenze più sentite dell’anno. Tra le tante limitazioni, quella che impedisce lo spostamento tra regioni, ha spento le speranze di coloro i quali vivono lontani dalle proprie famiglie e non potranno riunirsi con gli affetti più cari neanche per le festività natalizie. Una restrizione che, unita a quella del divieto di spostamento tra comuni nei giorni segnati in rosso nel calendario, darà luogo a un Natale – si spera – unico nel suo genere. Sono tanti gli studenti e lavoratori catanesi (e non solo) che saranno costretti a cenare con i propri cari a distanza, magari attraverso l’ausilio delle videochiamate. Ma come si sentono esattamente queste persone? Lo dicono direttamente loro, attraverso diversi messaggi mandati alla nostra redazione.
Da Milano a Torino, per lavoro o per studio, la lontananza dalla propria terra e dalla propria famiglia si fa sentire. Sara da Milano in tal senso scrive: “Per chi vive lontano dalla terra e dalle persone amate, molti sono i momenti in cui si immagina di abbracciarli e ben pochi sono quelli in cui accade realmente. Il Natale è da sempre un’occasione per stare insieme, per godersi i parenti, gli amici e tutti coloro a cui si vuole bene. Pensare che quest’anno non si possa trascorrere con il solito clima sereno, mi rattrista molto. È brutto non poter correre tra le braccia dei propri cari e ridere e scherzare con loro. Forse, però, non dovremmo vivere l’atmosfera natalizia solo una volta l’anno: l’unica soluzione è quella di sentire questa gioia ogni volta che si ha la possibilità di stare con i propri cari“.
Nostalgia e tristezza sono i sentimenti che più emergono dai messaggi. Poche righe che riassumono lo stato d’animo generale dei catanesi fuorisede. Anche Viviana da Torino ha espresso il suo pensiero a riguardo: “È il primo Natale che non passo in famiglia e sicuramente il simbolo della festività è proprio la famiglia. Non averla con me lascia un senso di vuoto e incompletezza dello spirito natalizio, non sarà per niente la stessa cosa e non è giusto che chi si trova nella mia situazione (residenza in altra città e lavoro fino al 22 dicembre) non possa trascorrere questa festa così importante con i propri affetti più cari, bensì da soli in un’altra città“.
Ingiustizia e solitudine, cose che neanche la tecnologia può colmare. Una videochiamata non può certamente sostituire un abbraccio o il calore della famiglia, ma la sicurezza ha un prezzo. Non poterlo fare ora, per abbracciarci più forte domani, è questo lo slogan che va avanti dal primo lockdown. Difficile accettarlo, ma il futuro è anche nelle mani di tutti i cittadini. Forse, però, dopo mesi di tira e molla con le restrizioni, emerge anche la rabbia di chi ha rispettato accuratamente le regole e, per colpa delle negligenze delle istituzioni da una parte e di una fetta di popolazione irresponsabile dall’altra, si sente ingiustamente rinchiuso in un loop infinito. Come Enzo da Torino, che scrive: “Per me sarà dura non potermi ricongiungere con i miei familiari in un periodo così sentito come il Natale. Non avere la possibilità di trascorrere la vigilia con l’affetto e le tradizioni proprie della mia famiglia mi rattrista. Passare una festività così importante da soli e in un’altra città non è un giusto prezzo da pagare dopo tanti sacrifici“.
In mezzo alla tristezza e allo sconforto c’è anche chi, nonostante tutto, riesce a prendere anche quel poco di buono che un Natale così anomalo potrebbe lasciare a ognuno di noi. Manfredi da Milano, infatti, ha espresso così il suo pensiero riguardo la situazione: “È pur sempre un’opportunità! Magari vivere il Natale lontani rende nulli quegli obblighi morali come fare un regalo, restituendo la purezza e l’autenticità a un augurio. Dunque, si annulla il Natale commerciale e riprende vita il Natale fondato sull’amore vero“.
Forse è proprio da questo tipo di pensiero, che anche i più “abbattuti” dalle ultime restrizioni possono ripartire e riuscire a far riemergere lo spirito natalizio nonostante lontananza e impossibilità di rispettare le tante affezionate tradizioni. Certo, ognuno ha il proprio carattere e reagisce a suo modo alle avversità, ma prendere anche quel poco di buono che anche una situazione avversa come l’emergenza Coronavirus può dare, può essere un primo passo per guardare al futuro con più fiducia, sforzarsi di rispettare fino alla fine le regole e permettere così di sconfiggere questo maledetto virus. Un virus che mai come adesso è un killer di persone, di affetti e sentimenti.
Fonte foto: Pixnio.com