Conoscono il sesso online e acquistano con l’e-commerce: minorenni in rete

Conoscono il sesso online e acquistano con l’e-commerce: minorenni in rete

CATANIA – Ancor prima di dire “mamma” o “papà” imparano a pronunciare la parola “t-a-b-l-e-t”… se non ci siamo ancora arrivati, lo faremo presto.

Ironia a parte, saremo forse un po’ esagerati nel dire questo, attirandoci anche le critiche di qualcuno che della tecnologia ha fatto il proprio cavallo di battaglia, ma la verità è che oggi la dipendenza dei ragazzi dalla rete è fortissima.

A confermarlo arrivano i dati della polizia postale di Catania, coordinata dal dirigente Marcello La Bella, che come negli altri anni ha fatto un giro per 98 sedi di scuole medie, licei e istituti tecnici di tutta la provincia catanese, intrufolandosi fra 18.000 studenti. In forma del tutto anonima alcuni di loro attraverso un questionario hanno raccontato il proprio “stile di vita in rete”.

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Quasi il 100% dei ragazzi naviga e fin qui nulla di strano … sembra un dato quasi scontato. E la maggior parte utilizza social network, chat e servizi di file sharing.

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C’è da preoccuparsi un po’ di più se si pensa che in media trascorrono due ore al giorno davanti al computer.

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Il che oltre a creare danni fisici, come mal di testa o difficoltà visive, crea anche isolamento. La maggior parte di loro lo nega, forse anche inconsapevolmente ma lo diciamo noi: camminano per strada e gli occhi sono sul cellulare, magari per vedere le ultime notizie pubblicate sulla bacheca di Facebook o il messaggio dell’amico su WhatsApp, sono a casa e stanno davanti al computer, escono con gli amici e si estraniano sempre perché solo il cellulare attrae la loro attenzione… la risposta dunque è scontata, che ci sia isolamento è inconfutabile.

Si badi bene che parliamo di minorenni che in pochissimi casi chiedono aiuto ai genitori per navigare.

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Ma come si comportano in rete?

Il 66% guarda siti pornografici e questo rappresenta un campanello d’allarme che dovrebbe stimolare alla riflessione.

E un altro buon 80% invece fa acquisti utilizzando l’e-commerce sviluppando il pericolo delle truffe online. Ma quello che emerge dai dati della polizia postale e non convince affatto è che i ragazzi davanti ad un pericolo che può essere rappresentato da una truffa appunto, da una proposta di incontro nella vita reale o da un sito di sesso online, chiudono la pagina e non avvertono né genitori né insegnanti.