Catania piange il piccolo Leonardo. Il padre è vittima di un black out mentale che lo ha “distrutto”

Catania piange il piccolo Leonardo. Il padre è vittima di un black out mentale che lo ha “distrutto”

CATANIA – La prima notte di dolore è appena trascorsa e a distanza di ore dalla terribile tragedia che ha avuto luogo a Catania, arrivano nuovi dettagli su quanto accaduto.

Il capoluogo etneo è ancora scosso per la morte del piccolo Leonardo Cavallaro, 2 anni appena, dimenticato in auto dal padre, Luca Cavallaro, ingegnere in servizio come impiegato amministrativo all’Università di Catania. È proprio quest’ultimo a dimenticare il figlioletto in auto, convinto di averlo accompagnato all’asilo. Sono le ore 9 quando il 43enne arriva in ufficio, dimenticando Leonardo sotto il sole cocente.

Trascorrono ben 5 ore da quando la nonna del piccolo si reca all’asilo, non trova il nipotino, e telefona al genero. È in quel preciso istante che l’ingegnere scappa in auto e trova Leonardo privo di sensi. La corsa al Pronto Soccorso dell’ospedale Policlinico di via Santa Sofia, a pochi metri dal parcheggio della Cittadella – dove il padre aveva posteggiato l’auto – è imminente.

Il panico e il terrore la fanno da padrone in quei minuti. Giunto al nosocomio, nonostante trascorrono 37 minuti in cui il personale medico prova a trarre in salvo il piccolo, per Leonardo non c’è nulla da fare. I sanitari comunicano il decesso alle ore 14,47 ai genitori, la madre del bimbo – Maria Cannizzaro -, lavora come cardiochirurga all’interno dello stesso Policlinico.

In quei momenti concitati, dove le preghiere si univano alla disperazione, nel Reparto Rianimazione, era presente anche il nonno del piccolo, Angelo Cannizzaro, endocrinologo dello stesso nosocomio.

Sul posto arrivano gli agenti della Polizia di Stato. Intanto la Procura apre un’indagine e il padre viene accusato – come atto dovuto – di omicidio colposo: ad avviare l’inchiesta è il pubblico ministero Andrea Norzi. Uno degli inquirenti ha raccontato nelle scorse ore, in poche battute, lo stato d’animo del padre: “È un uomo disperato, distrutto, che piange continuamente e non riesce a spiegare l’accaduto.

L’episodio ricorda, per certi versi, quello avvenuto il 3 luglio 1998, quando un dipendente della Sgs Thompson aveva dimenticato il proprio figlio di 20 mesi all’interno della sua Fiat Punto.

Adesso è il momento del silenzio, del dolore e della preghiera. Nessun giudizio per un uomo vittima di un black out a livello mentale. In passato ci siamo occupati di un caso simile, una madre aveva dimenticato la figlioletta in auto, l’intervista alla psicologa e psicoterapeuta parlava chiaro: “Fenomeni di questo tipo possono lasciare un po’ perplessi però nella casistica esistono e vengono chiamati ‘fenomeni dissociativi’. È come se una componente della personalità si dissociasse e quindi non avesse più cognizione della realtà che la circonda”.