CATANIA – “Sono a rischio ictus, mandatemi ai domiciliari”, è questa la richiesta che arriva direttamente da Francesco Calì, 56 anni, attualmente detenuto nel carcere di piazza Lanza. L’uomo, difeso dall’avvocato Giuseppe Lipera del Foro di Catania, imputato nell’ambito di un procedimento penale pendente davanti al tribunale di Siracusa, si sarebbe visto rigettare la richiesta di revoca della pena carceraria in luogo di quella degli arresti domiciliari.
Il tribunale aretuseo, in presenza del magistrato Livia Rollo, presidente del Collegio, avrebbe infatti ritenuto compatibili le condizioni di salute di Calì con l’ambiente del carcere. Il 56enne, soffrirebbe di una malformazione artero-venosa nella regione cerebellare destra, e sarebbe così esposto appunto a rischio di ictus cerebrale.
L’uomo, dopo essersi visto respingere la richiesta anche dal tribunale “della libertà” di Catania, ha presentato ricorso in Cassazione il 30 gennaio, la quale ha disposto l’annullamento del provvedimento di rigetto, fissando così il rinvio a un nuovo esame.
Nell’udienza del 17 aprile nel capoluogo etneo, tuttavia, Calì si sarebbe accorto in aula della presenza del magistrato Rollo, precedentemente trasferito da Siracusa a Catania. Nonostante le sollecitazioni del sostituto del legale di Calì, la donna sarebbe tuttavia rimasta presente in sede d’udienza.
Proprio quest’ultima, il giorno prima, avrebbe presentato una perizia successiva all’annullamento della Cassazione. Una perizia trasmessa via pec, secondo la difesa del 56enne, senza che il tribunale del Riesame avesse chiesto alcunché.
Secondo quanto riferito attraverso una nota stampa dal legale del 56enne, si tratterebbe di una serie di coincidenze non regolari. Calì, per voce del suo difensore, ha denunciato il magistrato alla procura della Repubblica di Messina e si riserva di costituirsi parte civile.
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