“Il caso della Pubbliservizi non dovrà ripetersi”: istituita task force di legali contro la corruzione

“Il caso della Pubbliservizi non dovrà ripetersi”: istituita task force di legali contro la corruzione

CATANIA – A seguito dell’operazione della guardia di Finanza denominata “Cerchio Magico”, che coinvolge l’ex presidente della Pubbliservizi, Adolfo Messina, e altre 5 persone per corruzione continuata con il vincolo associativo, il Codacons scende in campo.

L’associazione dei Consumatori, tramite l’avv. Carmelo Sardella, ha annunciato la creazione di una task force di legali contro la corruzione che si costituiranno parte civile a difesa di tutti i cittadini nei processi che ledono da una parte gli interessi generali all’imparzialità, al buon andamento ed alla corretta gestione della pubblica amministrazione e dall’altra anche i singoli cittadini, gli utenti ed i contribuenti.

“L’attitudine lesiva del delitto di corruzione, infatti, non si esprime soltanto nei confronti della pubblica amministrazione, ma anche nei riguardi dei privati cittadini – afferma l’avv. Sardella -. Questi ultimi subiscono un pregiudizio sia sotto il profilo economico che sociale in quanto tenuti, con il pagamento di tasse ed imposte, a versare somme poi illecitamente sottratte dalle finalità di pubblico interesse a cui erano destinate. Ne deriva un peggioramento dei servizi sia sotto il profilo qualitativo che quantitativo, tale da far sì che i cittadini siano costretti a sostenere privatamente costi per fruire di servizi di cui il settore pubblico avrebbe dovuto garantire la qualità e l’efficienza. Il carattere plurioffensivo dei delitti contro la pubblica amministrazione è stato riconosciuto dal legislatore e si riflette palesemente nelle sue scelte, tese a sanzionare penalmente non soltanto i soggetti pubblici coinvolti, ma anche quelli privati”.

Francesco Tanasi, segretario nazionale del Codacons, inoltre, ha rivolto un plauso alla magistratura per la brillante operazione eseguita e rincara la dose: “È ormai acquisito che la corruzione contribuisce alla riduzione della qualità dei servizi, incide negativamente sulle entrate fiscali, scoraggia gli investimenti, aumenta l’ingiustizia sociale e la povertà e, infine, mina la credibilità del Paese anche in ambito internazionale. Il pericolo più serio per la collettività è una rassegnata assuefazione al malaffare, visto come un male senza rimedi. Non possiamo permettere che questo accada!”.