Caso Ciancio, Cassazione annulla sentenza di proscioglimento

Caso Ciancio, Cassazione annulla sentenza di proscioglimento

CATANIA – La Suprema Corte ha annullato con rinvio la sentenza con cui il gup aveva disposto il “non luogo a procedere” perché “il fatto non è previsto come reato” nei confronti dell’editore Mario Ciancio Sanfilippo accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.

Il procuratore Carmelo Zuccaro, ha dichiarato che la Cassazione “ha riaffermato il principio di diritto per cui il reato di concorso esterno in associazione mafiosa non è di creazione giurisprudenziale, bensì è fattispecie di reato risultante dal combinato disposto dagli articoli 110 e 416 bis del codice penale di cui la giurisprudenza si è limitata a meglio definire l’ambito applicativo, così come ha fatto del resto per numerose altre norme penali”.

Secondo il procuratore di Catania “l’importanza di tale pronuncia trascende il caso concreto, poichè lo strumento del concorso esterno in associazione è di fondamentale utilità per un’efficacie contrasto a condotte illecite che spesso sono più insidiose della partecipazione all’associazione mafiosa”.

La sentenza di proscioglimento nei confronti di Ciancio era stata pronunciata nel dicembre scorso, ma con la decisione di ieri sera i giudici della Cassazione hanno disposto un nuovo esame della questione da parte del giudice dell’udienza preliminare di Catania.

L’editore, che si proclama estraneo alle accuse contestate, ha sempre detto di avere “fatto tutto alla luce del sole”.