Case popolari di Librino, inquilini chiedono “interventi”

Case popolari di Librino, inquilini chiedono “interventi”

CATANIA – La necessità di importanti interventi di manutenzione straordinaria e ordinaria, una gestione più attenta e oculata e un controllo sull’utilizzazione, sull’assegnazione e sulle occupazioni degli alloggi. E una morosità che si aggira intorno all’80%, nonché un terzo degli alloggi occupati senza titolo.

Questi i temi del “faccia a faccia” tra gli abitanti di Librino, il Sunia e l’assessore comunale con delega su Librino, Rosario D’Agata, che si è tenuto lunedì scorso nella parrocchia “Resurrezione del Signore”. A coordinare il dibattito con il pubblico, la segretaria del sindacato degli inquilini, Giusi Milazzo.

Il problema delle periferie si affronta anche combattendo il degrado degli immobili di edilizia residenziale pubblica – commenta Giusi Milazzo -. Bisogna comunque sfatare l’equazione casa popolare = degrado e abbandono. Gli abitanti di Librino per questo chiedono attenzione, interventi e legalità”.

In presenza dei responsabili dell’Istituto case popolari e dell’Ufficio casa del Comune, sono state avanzate alcune proposte: destinare le risorse provenienti dai canoni alla manutenzione degli immobili, definire i regolamenti di condominio e autogestione e le carte dei servizi sia per il Comune sia per gli Iacp, convocare periodicamente assemblee di caseggiato o di zona per verificare lo stato degli interventi.

Nel corso dell’assemblea è emerso anche il forte dissenso nei confronti del decreto del ministro per le Infrastrutture, Maurizio Lupi, in cui si prevede la messa all’asta degli immobili pubblici con grave danno per gli inquilini più deboli.

Al Governo nazionale e alla Regione chiediamo invece un piano di investimenti per la riqualificazione e il rilancio dell’edilizia residenziale pubblica contro il degrado e l’abbandono delle periferie – conclude Giusi Milazzo e come risposta al disagio abitativo. Solo a Catania e provincia gli interventi di riqualificazione delle periferie consentirebbero anche il rilancio del lavoro in edilizia in un ambito strategico di grande valenza sociale e urbanistica”.