RIPOSTO – Nuovi aggiornamenti sul duplice omicidio avvenuto nella mattinata di oggi a Riposto (Catania) e seguito dal suicidio del presunto killer.
Ritenuto l’autore dei due delitti, Salvatore La Motta, detto “Turi“, è un ergastolano in semilibertà che proprio in questi giorni stava usufruendo di una licenza premio di una settimana. Il detenuto sarebbe dovuto rientrare proprio oggi, il giorno dei due omicidi, nel carcere di Augusta dove stava scontando la pena: era stato condannato per associazione mafiosa e per un omicidio commesso prima del 2000. In base a quanto emerso, era detenuto in regime di semilibertà: di giorno lavorava e la sera ritornava in carcere. Era anche fratello di Benedetto La Motta, conosciuto come Benito o Baffo, referente del clan Santapaola-Ercolano del gruppo di Riposto, arrestato nel luglio 2020 poiché ritenuto il mandante dell’omicidio di Dario Chiapponeer il clan Santapaola-Ercolano.
Una persona è stata interrogata nelle scorse ore nella Caserma di Riposto, per comprendere meglio le dinamiche – al momento ben poco chiare – che si celano dietro la tragedia. Il soggetto in questione avrebbe assistito al primo omicidio, quello di Carmelina Marino, ma non è ancora noto il motivo per cui fosse lì. Si indaga per capire se si tratti di un testimone involontario o di un complice.
“Il presunto killer – ha dichiarato il Comandante del reparto operativo dei carabinieri del comando provinciale di Catania – si è presentato in Caserma dicendo di volersi consegnare. Era armato di pistola. I militari hanno cercato di tenerlo sotto tiro, ma lui si è puntato il revolver alla testa e si è ucciso. Sono in corso le indagini per comprendere le motivazioni che si celano dietro i gesti dell’uomo per cercare di capire le dinamiche che lo legavano alle due donne“, ha concluso.
Diversi colpi di pistola all’interno di una Sukuzi Ignis, in sosta al lungomare Pantano, nei pressi del Porto Turistico: così sarebbe morta Carmelina Marino, 48 anni.
In un primo momento si era pensato che la donna fosse rimasta vittima di un malore, successivamente – le tracce di sangue – hanno rivelato altro.
Carmelina pare avesse una relazione con La Motta, forse extraconiugale.
Poco dopo un’ora, in via Roma, è stata ferita gravemente – colpita sempre da un’arma da fuoco -, un’altra donna, Santa Castorina di 50 anni. Il personale del 118 ha tentato di rianimarla senza successo, la vittima è deceduta a causa delle gravi ferite riportate.
La 50enne sarebbe stata colpita appena scesa da una Fiat Panda, su cui a bordo è rimasto un cagnolino. Santina si sarebbe accasciata al marciapiede, dove è stata ritrovata agonizzante e in una pozza di sangue.
Pare che le due donne fossero legate da vincoli di parentela, ma non è ancora chiaro il perché La Motta abbia deciso di uccidere anche quest’ultima.
Foto di repertorio
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