Attacco di un cane: come reagire e primo soccorso

Attacco di un cane: come reagire e primo soccorso

CATANIA 500.000 l’anno i casi di morsi su persone e il 99% di questi sono morsi di cani. E allora ci si chiede come è possibile che ancora nel 2016 c’è chi muore così, sbranato dal proprio animale domestico.

Ma come evitare la furia di un cane che si inferocisce improvvisamente e attacca senza un apparente motivo?

“Spesso, soprattutto quando sono coinvolti un bambino così piccolo e un cane di grosse dimensioni come un dogo argentino – chiarisce la dottoressa Ethel Sgalambro, medico veterinario del centro Ferrarotto di Catania, riferendosi alla tragedia di Mascalucia – non c’è niente da fare. Il problema parte da un fattore comportamentale e non medico. Si deve saper comprendere il proprio cane e si deve capire se è in grado di accettare chi gli sta davanti e riconoscerlo come membro della ‘famiglia’. Si tratta, insomma, di prevenire piuttosto che curare. Solo in un secondo momento si può agire sul cane, nella maggior parte dei casi sedandolo”.

L’unica possibilità è rispondere con le stesse armi, cercare di bloccare il cane, allontanarlo e rinchiuderlo, così come ha tentato di fare la madre del piccolo Giorgio, anche lei veterinaria. Solo in seguito l’Asp veterinaria di Catania è riuscita ad avvicinarsi e a sedare il cane per trasportarlo al canile di Mascalucia. 

Quando non possiamo prevedere il comportamento degli animali ed evitarne gli attacchi, allora è meglio cercare di arginare i danni e appellarsi alla conoscenza delle tecniche di primo soccorso.

Quindi come trattare le ferite da morso?

“Purtroppo a volte le ferite sono così gravi da non essere sufficiente alcuna operazione di primo soccorso – spiega il dottor Nino Rizzo, medico reumatologo, consigliere dell’Ordine dei Medici di Catania e professore di Medicina di Famiglia all’Università di Catania – e, come nel caso del piccolo di Mascalucia, in queste occasioni è necessario l’intervento immediato dei medici. In altri casi è possibile agire cautamente per evitare che le ferite si infettino e che la situazione degeneri. Le ferite, di solito, sono lacero-contuse e sono provocate da meccanismi di strappamento, schiacciamento e sfregamento, tipici del morso da cane”.

È facile capire, quindi, che se non si applicano le giuste manovre, tra emorragie, infezioni e gravi lesioni ai tendini, le conseguenze possono essere varie e spesso gravi.

“Come prima cosa – continua Rizzo – è assolutamente necessario lavare la ferita con acqua e sapone senza effettuare movimenti traumatici per i tessuti lesionati e applicare abbondante acqua ossigenata. La bocca del cane, infatti, è ricca di batteri, specialmente anaerobi (che vivono in ambienti privi di ossigeno), che potrebbero indurre a infezioni batteriche. Il secondo passo, dopo aver disinfettato la ferita, averla fasciata con garze sterili e aver raccolto i frammenti di cute eventualmente persi durante l’aggressione, è trasportare il ferito al pronto soccorso, preferibilmente in una struttura in cui è possibile effettuare un intervento di chirurgia plastica. Qui i medici si occuperanno di assegnare al paziente la dovuta terapia antibiotica della durata di minimo 6 giorni, la profilassi antitetanica e la profilassi antirabbica. Quest’ultima, dal momento che il pericolo di rabbia è ormai quasi completamente scomparso, a seconda dei casi e del cane in questione”.

Consigli che, scongiurando qualsiasi tipo di incidente, è bene tenere a mente.