CATANIA – La recente decisione degli eserciti anglo-americani e francesi di bombardare la Siria la scorsa notte ha scatenato panico, paura e dibattiti a livello nazionale e internazionale, sia relativi alla legittimità dell’attacco sia relativi alla situazione di pericolo e instabilità in cui questo attacco rischia di gettare tutto il mondo occidentale e il Medio Oriente.
Ad essere fortemente interessata dalla delicata situazione in cui si trova in questo momento la comunità internazionale sono gli italiani, e in particolare i siciliani, che sanno di trovarsi in una posizione strategicamente fondamentale in un momento di altissima tensione.
L’argomento ha interessato molto la popolazione negli ultimi giorni, in particolare dallo scorso giovedì, quando Sigonella hadichiarato pubblicamente di aver iniziato un’attività di sorveglianza aerea del territorio, preannunciando anche la possibilità di un attacco, che purtroppo si è realizzando concretamente la scorsa notte.
La paura è quella che la Sicilia possa diventare obiettivo di attacchi terroristici a causa dell’intervento americano in Siria: “Ora guarda che vengono a fare l’attacco a noi per colpa loro” è una delle tanti frasi che si sentono dire in giro per la strada e che esprimono l’ansia e le paure della popolazione.
Nonostante la tensione sia alta, c’è anche chi si dimostra tranquillo e non teme ripercussioni negative sulla Sicilia a causa della guerra. “Non ho paura di un attacco”, ha affermato Simona, supportata da una collega, Valentina, che dichiara: “Ormai è la terza guerra mondiale, ma non temo un attacco qui”.
Timore o meno, una cosa è certa: la Sicilia sarà al centro dell’attenzione nazionale e internazionale e avrà una posizione di rilievo qualsiasi siano gli sviluppi e l’esito nel nuovo conflitto.
“La Sicilia ha un ruolo fondamentale, sicuramente strategico, ma non direi di rischio. La situazione è veramente kafkiana. Non possiamo fare alcuna previsione se non quella di una escalation di tensione”: questo è stato il commento di Eugenia, studentessa di Politiche globali e relazioni euromediterranee dell’Università degli Studi di Catania.
A sollevare gli animi di chi teme un attacco contro l’isola sono state le dichiarazioni di non intervento delle autorità nazionali, che al momento prediligerebbero la via diplomatica e hanno espresso la volontà di non volere che l’attacco della scorsa notte sia l’inizio di un’escalation di terrore e violenza: “Mi auguro che l’attacco di oggi resti un’azione circoscritta e non rappresenti l’inizio di una nuova escalation”, sono state le prime dichiarazioni del premier uscente, Paolo Gentiloni.
E voi, lettori di Newsicilia, cosa ne pensate? Lasciate un commento.
Fonte foto: Ansa