Assistenza agli anziani, un problema in crescita che urge di una soluzione

Assistenza agli anziani, un problema in crescita che urge di una soluzione

CATANIA – Assistenza agli anziani, un problema che negli ultimi tempi sta diventando sempre più attuale, a causa di tanti fattori. Uno di questi è la lontananza dei figli che spesso è voluta proprio da questi ultimi, che una volta raggiunta una certa autonomia pensano solo ed esclusivamente ai loro interessi e ignorano, nella maniera più inaudita, tutti i sacrifici che hanno fatto per loro quando erano più giovani.

Di questo vi avevamo parlato tempo fa, approfondendo il tema della solitudine e gli obblighi di un figlio verso i propri genitori, e le riflessioni qui si sprecano tutte e hanno come conseguenza, specie nelle persone più sensibili, uno stato d’animo triste, dal quale fanno in modo di liberarsi il prima possibile. Ma oltre a questo ci sono tanti altri aspetti che per forza di cose vengono ricollegati a questa problematica. In termini di numeri, i dati di quest’anno parlano di un’indennità di accompagnamento per persone della terza età scesa al 12%, di una quantità di ospiti nelle strutture pertinenti, come case famiglia e comunità alloggio, precipitata al 9,1%, e di una spesa da parte di regioni e comuni calata del 7,9%. Valori davvero sconfortanti se si pensa che, sempre secondo i dati, nel 2050 le persone oltre i 65 anni di età saranno il 34,3%.

In tutto ciò gli enti locali tentano in ogni modo di attrezzarsi nella maniera più adeguata possibile, sia dal punto di vista strutturale, in merito alla giusta ampiezza dell’edificio, la pulizia e l’igiene, sia in termini di assistenza vera e propria, con del personale qualificato, come il medico convenzionato e di fiducia, gli psicologi, gli operatori socio assistenziali e gli animatori. Tutte figure queste fondamentali per scongiurare qualsiasi situazione di solitudine o anche di litigi gravi, spesso terminati in vere e proprie tragedie, tra i ricoverati stessi. Ultimo, ma non meno importante, aspetto è il rischio che si corre spesso a lasciare i propri anziani genitori, una volta che non sono più autosufficienti, in mano alle badanti, in alcuni casi stabilmente residenti nella stessa casa. Le conseguenze di ciò il più delle volte sono davvero terribili, perché vengono trattate come figlie e poi commettono azioni criminose, rubando, per esempio, oggetti molto cari alla persona che viene accudita. In Italia gli episodi di cronaca al riguardo negli ultimi anni sono stati davvero tanti e la questione sta cominciando seriamente a diventare di non poco conto.

A questo proposito abbiamo sentito Rosario Russo, responsabile di una comunità alloggio del centro di Catania, che ci ha svelato come nella propria struttura si tenga conto di tutte le esigenze e si presti attenzione a tutti i rischi che si possano correre. “Nella nostra comunità alloggio – spiega Russo – i nostri pazienti sono seguiti 24 ore su 24 dal nostro personale, che è composto da medico, infermiere, assistente sociale, psicologa e animatori, e operatrici Osa turniste 24 ore su 24. Noi facciamo la spesa tutti i giorni e in qualsiasi ora del giorno loro possono mettersi in contatto con i propri figli, che hanno degli orari prestabiliti per poter venire a trovarli qui. Tra di loro c’è chi viene a trovarli giornalmente, chi settimanalmente e chi ogni quindici giorni, ma finora non abbiamo riscontrato situazioni di abbandono da parte dei figli e nemmeno casi di litigio. Il medico dell’ospedale o della casa di cura decide se il paziente può essere dimesso, mentre il medico di base, che viene scelto o cambiato dal paziente, decide la terapia da adottare per il suo assistito”.

I rapporti con gli enti locali sono buoni, nell’ottica del rispetto delle norme strutturali e igienico sanitarie. “I funzionari dei Servizi Sociali del Comune – continua Russo – vengono periodicamente a controllare che noi rispettiamo le norme strutturali e igienico sanitarie, per verificare anche che sia la piantina sia il progetto e l’esecutivo siano conformi. I nostri rapporti con il Comune sono davvero eccellenti e di questo ne sono pienamente soddisfatto. Ovviamente il momento storico è critico da un punto di vista economico e questo non si può negare”.

Infineriguardo al problema della solitudine e della possibile diffidenza nei confronti di chi dovrebbe sopperire a ciò all’interno delle mura domestiche, i modi per evitare situazioni spiacevoli ci sono e devono essere utilizzati nel modo più efficace possibile. Quando perde l’autosufficienza e sta da solo – conclude Russo – purtroppo un anziano non sa più cosa fare e sono sufficienti una caduta a terra o un malore per trasformare un episodio in tragedia. La stessa figura della badante è equivoca, prima di tutto perché il più delle volte non parla la stessa lingua e poi perché fare entrare una persona estranea in casa propria è sempre un rischio grossissimo, soprattutto in merito alle vicende brutte che stanno succedendo sempre di più negli ultimi tempi. Ovviamente ci sono casi e casi e famiglie e famiglie perché in alcune circostanze le stesse badanti vengono sfruttate. Da noi, come detto, gli anziani vengono seguiti 24 ore su 24 dal nostro personale, e appena viene notato qualcosa di anomalo vengono allertati i parenti ed eventualmente il medico. Non farli sentire soli è uno dei nostri scopi principali”.

L’assessore ai Servizi Sociali del Comune di Catania, Fortunato Parisi puntualizza: “Le nostre strutture sono divise in due albi, quello regionale e quello comunale. Per quanto riguarda le case di riposo i requisiti sono di competenza dell’ufficio per l’urbanistica, soprattutto per il numero di metri quadri di ampiezza. Questi requisiti regolano la convenzione che viene stipulata con le cooperative. Ci sono due casi, quello in cui l’anziano è solo e quelli invece in cui è indigente economicamente. In quest’ultimo caso, il Comune si fa carico delle spese, mentre in caso di reddito alto il resto della famiglia deve contribuire nel pagamento della retta. Nei casi di abbandono da parte della famiglia la magistratura è sempre pronta a intervenire. Attualmente il numero massimo di ricoveri disponibili in tutta la città è di 290”.