Acireale, il sindaco Alì comunica la situazione Covid-19: “Da 15 giorni non emergono nuovi casi”

Acireale, il sindaco Alì comunica la situazione Covid-19: “Da 15 giorni non emergono nuovi casi”

ACIREALE – Il buongiorno, per i cittadini di Acireale, comune nel Catanese, arriva dal primo cittadino. Il sindaco Alì, tramite un post su Facebook, ha voluto chiarire la situazione Covid-19.

Buongiorno, sono passati due mesi dal paziente zero di Codogno. In questo fine settimana abbiamo finalmente allineato i dati con l’Asp: 15 i casi riscontrati positivi ad Acireale, 5 deceduti, 1 guarito, 5 ancora ricoverati e 4 in quarantena a casa.

Dei 9 ancora positivi il più vecchio risale al 5 marzo, mentre il tampone più recente è del 3 aprile. Sono quindi più di 15 giorni che non emergono nuovi casi, i dati più recenti sono legati ai ritardi di comunicazione. Questo è un dato particolarmente confortante visto che si stanno intensificando sensibilmente le verifiche tramite tampone.

In relazione ai soggetti rientrati in sicilia, che per Acireale sono oltre 480, sono arrivati i referti di 40 tamponi, tutti con esito negativo. Ci sono ancora 7 pazienti entrati in contatto ed in quarantena in attesa di esito del tampone.

Sono passati 2 mesi e tutti attendiamo con ansia il 4 maggio – continua il primo cittadino -.
Io non credo che per quella data ci saranno cambiamenti eclatanti, dovremo conviverci con questa situazione e quindi mettere in atto tutte le strategie per combatterla e prevenire la trasmissione. Abbiamo bisogno di interventi efficaci che vadano al di là del facile populismo. Serve individuare subito i contagiati, quindi anche quelli asintomatici: servono screening, tamponi e tracciatura.

Tracciatura: ben vengano app e sistemi di localizzazioni, ma si devono immediatamente potenziare le Asp, ma non solo con medici, con personale che effettui indagini serie e puntuali per capire da dove arrivano i contagi e come si stanno trasmettendo. In Sicilia abbiamo un campione limitato, non è un’impresa impossibile tenere la situazione sotto controllo. Ad Acireale, c’è piena evidenza di 3 soli casi, legati a persone rientrate dal nord che si sono poste immediatamente in quarantena, uno addirittura direttamente in ospedale.

Servono strutture attrezzate per gestire l’isolamento reale dei possibili contagiati. Lasciarli in casa con i propri parenti allarga le maglie al contagio. E la risposta non è l’Ibis, dove vanno i conclamati positivi. Il costo di un’operazione del genere, in un territorio ancora privo di contagi di massa è assolutamente inferiore al costo del blocco di tutta l’economia. Servono dispositivi di protezione individuale: mascherine e guanti.

Acireale e la Sicilia in generale ha risposto decisamente bene alle disposizioni. Diffusione dei contagi minimi, perlopiù concentrati in determinati focolai. Spero che il governo nazionale e quello regionale puntino su misure serie per far sì che il 4 maggio non sia solo una data sul calendario“.

Immagine di repertorio