ACI SANT’ANTONIO – Antonino Nino Cosentino, l’assassino reo confesso di Francesco Ilardi, un allevatore di pollame di 52 anni di Aci Sant’Antonio, è stato condannato a rimanere in custodia con l’accusa di omicidio e possesso illegale di un’arma da fuoco. La decisione è stata presa dal Giudice Marina Rizza nel Tribunale di Catania dopo l’udienza tenutasi durante la giornata di ieri. Il Giudice ha convalidato la detenzione di polizia in cui il pubblico ministero aveva ipotizzato i reati di omicidio aggravato e possesso illegale di un’arma da fuoco emettendo un ordine di detenzione in carcere.
Durante l’udienza istruttoria, l’indagato Nino Cosentino ha confermato tutto ciò che aveva già detto nel suo interrogatorio con il pubblico ministero Francesco Rio. A suo dire, Cosentino aveva sparato quattro colpi da un revolver, ma lo aveva fatto per spaventare Ilardi con il quale aveva avuto dispute economiche legate al fatto che quest’ultimo aveva deciso di rompere il sodalizio con il padre nel commercio avicolo. Cosentino ha affermato di aver trovato il revolver usato e poi gettato via, ma l’arma non è mai stata trovata.
Chi è Francesco Ilardi
Quattro colpi sparati tra la folla da un sicario giunto in auto appositamente per far fuori Francesco Ilardi, assassinato nel tardo pomeriggio del 27 febbraio ad Aci Sant’Antonio, nel Catanese. Diversi colpi a ripetizione, proprio per non sbagliare ed essere sicuro di uccidere. Ilardi si trovava davanti a un circolo privato di caccia, sul marciapiede di fronte al civico 22 di via Vittorio Emanuele. Tra la folla, inaspettatamente. Chi è giunto in auto lì lo ha fatto per uccidere e perché conosceva i movimenti della vittima. Lo ha aspettato, estratto la pistola e sparato per ammazzarlo.
Ilardi, colpito da una pioggia di proiettili, ha cercato di raggiungere la sua auto: una Fiat Bravo parcheggiata poco distante, per rifugiarsi. Due dei colpi sparati lo hanno raggiunto alla schiena. La corsa in ospedale, ad Acireale, è risultata vana. Il personale medico avrebbe provato ad intubarlo per sottoporlo a un delicato intervento chirurgico ma intorno alle 20 l’uomo è morto.
Sull’esecuzione la Procura di Catania ha aperto una inchiesta che continua tuttora. I carabinieri della Compagnia di Acireale e del Comando Provinciale di Catania sono al lavoro per ricostruire la vicenda. Riflettori puntati su alcune telecamere di videosorveglianza poste in zona. Nel mirino anche le frequentazioni della vittima e il movente descritto in precedenza dallo stesso reo.
Fonte foto Corriere Etneo