Coronavirus, la terapia col plasma iperimmune: ecco cos’è e quali sono i requisiti per donare. L’intervista al dottor Sciacca del Garibaldi Centro

Coronavirus, la terapia col plasma iperimmune: ecco cos’è e quali sono i requisiti per donare. L’intervista al dottor Sciacca del Garibaldi Centro

CATANIA – Terapia col plasma iperimmune contro il Covid-19: da quando questa mattina l’avvocato Monica Foti ha lanciato l’appello disperato richiedendo donazioni per un collega, ricoverato all’ospedale Garibaldi Centro per Coronavirus, a Catania e provincia non si parla d’altro.

Il messaggio con la richiesta ha fatto il giro della città e sono tanti coloro che vorrebbero conoscere di più sulla terapia col plasma, sui requisiti per donare, sull’andamento delle ricerche e sulle possibilità di riuscita.

A fornire alcune informazioni è stato il dottor Nuccio Sciacca, del laboratorio di analisi del Garibaldi Centro di Catania.

Terapia col plasma iperimmune contro il Covid-19: cos’è?

In tanti ne hanno sicuramente sentito parlare, ma pochi sanno di cosa si tratta.

Essa prevede un prelievo del plasma da persone guarite dal Coronavirus e la sua somministrazione a pazienti affetti da Covid-19. L’obiettivo è quello di trasferire anticorpi al paziente con infezione in atto, favorendone la guarigione o il miglioramento del quadro clinico.

Ma quali sono gli anticorpi e in che quantità devono essere presenti affinché una trasfusione di plasma iperimmune sia efficace? In merito, il dottor Sciacca spiega: “Il Coronavirus ha 4 proteine sul suo involucro esterno. Gli anticorpi che sono importanti, che noi chiamiamo ‘neutralizzanti’ (proprio perché neutralizzano il virus) sono quelli che agiscono contro una di queste 4 proteine, che si chiama proteina S (Spike). Questa è la proteina che permette al virus di entrare nelle cellule. Se abbiamo nel plasma questo tipo di anticorpi, diretti contro questa proteina, blocchiamo il virus”.

Un elemento fondamentale è la quantità di anticorpi necessari.“Gli anticorpi devono essere in buona quantità: se sono in quantità bassa, infatti, la resa terapeutica è pressoché inutile”.

I requisiti per donare

Può donare il plasma chi abbia avuto il Covid-19 e risulti guarito. Esistono, però, dei requisiti di età e condizioni fisiche che non possono essere trascurati: può donare, infatti, solo chi abbia un’età compresa tra 18 e 65 anni. Nel caso di donne, le donatrici non devono mai essere state in stato di gravidanza (questo secondo il protocollo nazionale Tsunami, uno studio sulla terapia e le sue potenzialità).

Avere avuto il Coronavirus, però, non vuol dire necessariamente essere idonei alla donazione. “Abbiamo bisogno di pazienti convalescenti che abbiano sviluppato una quantità di anticorpi sufficiente (titolo) a combattere l’infezione”, spiega il dottor Sciacca.

Per chi non ha mai effettuato una donazione, è necessario procedere a un test di idoneità.

La ricerca e i risultati

Le notizie sulle possibili terapie contro il Covid-19 sono tante, spesso discordanti, ormai da diversi mesi. Ci sono poche verità certe e tante speculazioni, per questo in molti recepiscono spesso le informazioni in maniera errata o incompleta.

La terapia col plasma è ancora oggetto di studio in diverse parti del mondo. Sul sito del Ministero della Salute si legge: “Questo tipo di trattamento non è da considerarsi al momento ancora consolidato perché non sono ancora disponibili evidenze scientifiche robuste sulla sua efficacia e sicurezza, che potranno essere fornite dai risultati dei protocolli sperimentali in corso. Il plasma da convalescenti è già stato utilizzato in passato per trattare diverse malattie e, in tempi più recenti, è stato usato, con risultati incoraggianti, durante le pandemie di SARS ed Ebola”.

Sulla terapia col plasma, il dottor Sciacca dice: “I dati non sono ancora statisticamente significativi, sembrerebbe (il condizionale è d’obbligo) che il plasma dei soggetti che hanno avuto il Covid e lo hanno superato possa servire ai pazienti ricoverati con sintomi gravi da Coronavirus”.

All’ospedale Garibaldi di Catania, secondo quanto rivelato dal dottor Sciacca, la terapia sarebbe stata tentata già 2 volte su pazienti con sintomi gravi e (almeno in un caso) i risultati sembrano essere stati significativi. Il mondo ospedaliero, quindi, è attivo su tutti i fronti nella speranza di poter avere ulteriori casi con risultati di questo tipo al più presto.

Tuttavia, ed è importante precisarlo, si tratta di una realtà ancora in divenire e difficile da definire con certezza: “In merito al risultato terapeutico, è presto per dire se è un’efficacia dimostrabile da parte del plasma iperimmune. Inoltre, non bisogna dimenticare che la terapia anti-Covid è molto mutata, in senso positivo. Il numero dei pazienti deceduti in proporzione, infatti, appare più basso rispetto alla prima ondata. Sembrerebbe poi che il plasma iperimmune abbia portato dei risultati positivi al momento”, specifica il dottor Sciacca.

Donazione del plasma iperimmune a Catania: come, dove e quando è possibile effettuarla

In questo momento in Sicilia ci sono 8 centri abilitati alla raccolta di plasma iperimmuni. A Catania ne esistono 2 (Policlinico di via Santa Sofia e Garibaldi).

La raccolta viene effettuata al laboratorio del Policlinico di via Santa Sofia e alla sede del Garibaldi di piazza Santa Maria di Gesù.

Per quanto riguarda l’ospedale Garibaldi Vecchio, la raccolta viene effettuata nei laboratori del Padiglione 12, accanto alla chiesetta interna del nosocomio, tutte le mattine dalle 7,30 in poi e il martedì e il giovedì anche il pomeriggio, dalle 15 in poi.

Questa domenica, 15 novembre, è prevista un’apertura straordinaria proprio per le donazioni. È possibile che ciò si ripeta anche nelle prossime settimane.

“C’è una forte sensibilizzazione, soprattutto da parte dei giovani che hanno avuto il Covid. Molti vengono qui a donare. Per chi non ha mai donato, viene effettuato un test di idoneità. Una volta accertata l’idoneità alla donazione, si verifica quella per la donazione del plasma”, conclude con soddisfazione il dottor Sciacca, sottolineando come anche Catania stia facendo del suo meglio per contrastare l’emergenza sanitaria.

Fonte immagine: nursetimes.org