CATANIA – “Oggi per l’avvocatura catanese è una delle giornate più difficili e più critiche“, esordisce così ai nostri microfoni il Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Catania, Rosario Pizzino, in merito alla tragica situazione che sta funestando il Tribunale di Catania e, in particolar modo, la categoria degli avvocati catanesi, colpiti dal Covid-19 e anche caduti per mano del virus.
Nonostante il periodo contraddistinto da richieste, campagne per la raccolta del plasma iperimmune, tragedie e proteste, sembrerebbe che le udienze stiano continuando ad andare avanti. Dunque, ci si chiede, cosa sta succedendo all’interno del Tribunale di Catania? Quali provvedimenti e richieste verranno espresse dall’avvocatura?
Per rispondere a tali domande, ci siamo rivolti al legale Rosario Pizzino, che in veste di Presidente dell’Ordine degli Avvocati, ha parlato ai microfoni di NewSicilia. L’avvocatura catanese, d’altronde, è ancora in subbuglio dopo le recenti tragiche notizie. Dalla morte dell’avvocato Fabio Ferlito per Covid, al drammatico appello lanciato dai figli dell’avvocato Gaetano Bandieramonte, ricoverato nel reparto di Rianimazione dell’ospedale San Marco di Catania a causa di un’infezione da Coronavirus, fino ad arrivare alle richieste dell’avvocato Giuseppe Lipera del Foro di Catania in merito al rinvio delle udienze “sine die“.
“Noi come Consiglio dell’Ordine abbiamo cercato di ottemperare due esigenze. Da un lato, il rispetto e la tutela della salute di tutti gli avvocati, che è il bene primario; dall’altro, la possibilità di proseguire la nostra attività professionale. Stiamo verificando che le iniziative che abbiamo concordato non si stanno dimostrando del tutto efficaci. Mi riferisco, in particolar modo, alla fissazione delle udienze con orari prestabiliti, alle preventive comunicazioni di questi orari. Questo avviene soprattutto nelle udienze penali, che si tengono nel plesso di via Crispi“, il punto della situazione del Presidente Pizzino.
“In tali udienze c’è certamente una situazione più critica rispetto ad altre. La nostra posizione? Oggi ho convocato un Ufficio di Presidenza del Consiglio dell’Ordine, con il quale valuteremo la situazione. Se dovessimo ritenere che ci sono ancora margini per proseguire con le iniziative che abbiamo intrapreso, proseguiremo. Ma se ci dovessimo accorgere che questi risultati continuano a non essere soddisfacenti, procederemo con richieste drastiche finalizzate alla tutela della salute dei nostri avvocati“, prosegue Pizzino.
Ma quali saranno, eventualmente, tali richieste? Seguiranno la stessa linea dell’avvocato Lipera e dell’associazione della quale egli stesso è presidente, “Avvocatura e Futuro?”: “Potremmo procedere con la richiesta di un rinvio delle udienze civili e penali per un periodo iniziale di almeno 15 giorni – dichiara Presidente dell’Ordine Pizzino – al fine di valutare la situazione epidemiologica assieme a quella dei casi giudiziari“.
Le intenzioni ci sono e sono chiare. Rosario Pizzino ha spiegato e sintetizzato al meglio la difficile situazione dell’avvocatura catanese, ma ancora manca un tassello fondamentale: le risposte del Tribunale di Catania. Sono arrivate queste tanto attese risposte? “Ho ricevuto due comunicati dell’associazione che fa riferimento all’avvocato Lipera, riguardanti delle richieste sulle quali devono pronunziarsi i vertici degli uffici giudiziari, perché non rientra nelle competente del Consiglio dell’Ordine disporre i rinvii sine die delle udienze. Devo pure dire che, – conclude l’avvocato Pizzino – una richiesta formulata dalla stessa associazione è già stata inoltrata da tempo al Presidente del Tribunale di Catania dal Consiglio dell’Ordine. In particolare, si chiedeva ai giudici, per quanto riguarda le udienze penali, di operare una preventiva scrematura delle stesse al fine di evitare assembramenti, disponendo un rinvio di quelle meno urgenti e portando in udienza i fascicoli più urgenti ovviamente. Al momento dal Tribunale non è arrivata alcuna risposta, nella giornata di domani – 20 novembre – però, chiederò di incontrare il Presidente“.
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