Calcio Siciliano: le nobil decadute in cerca di risalita. Quale sorte nel 2018?

Calcio Siciliano: le nobil decadute in cerca di risalita. Quale sorte nel 2018?

Si può parlare di disastro calcistico, ma non di fallimento. È bene discutere sul rendimento, ma nulla da dire sulla potenziale rinascita: indipendentemente dalla categoria.

Con questo imput, cala il sipario sul 2017, un anno che ha tagliato le gambe alle siciliane, che, nel campionato precedente, hanno raccolto cocenti delusioni: la nostra regione, infatti, non è rappresentata in Serie A, mentre in Serie B non ci sono derby siciliani.

Oggi, sebbene il calcio nostrano sia stato ridimensionato, prova a rialzarsi sul campo. In attesa di un 2018 che possa riportare la Sicilia in massima serie e che possa avere più squadre in Cadetteria, provenienti dalla Serie C.

Ecco come si era chiuso il 2016 e quali erano i nuovi obiettivi delle rispettive squadre:

PALERMO – Quel famoso match con l’Empoli, al “Castellani”, il Palermo lo perse 1-0, punito dall’ex Maccarone. Complice anche una straordinaria quanto sorprendente rimonta in classifica del Crotone, furono proprio i toscani e i rosanero, insieme con il fanalino di coda Pescara, a retrocedere in Serie B. I siciliani chiusero al penultimo posto con 26 punti, matematicamente fuori dai giochi il 7 maggio scorso, quando, in trasferta, arrivò un 1-1 contro il Chievo tre giornate prima della fine del campionato. Una stagione iniziata con il piede sbagliato, condita anche dal classico valzer di allenatori, e terminata anche peggio. Eugenio Corini, subentrato a Roberto De Zerbi, era il tecnico del Palermo dalla 16esima giornata, ma alcune incomprensioni con il presidente Maurizio Zamparini lo spinsero verso le dimissioni. Sedici punti in venti partite, sconfitte pesanti, figuracce: nemmeno il mercato di gennaio, dove gli unici acquisti furono il difensore Sunjic dallo Stoccarda e il trequartista Stefan Silva dal Gif Sundsvall. A febbraio, sul piano societario, arrivò il passaggio di proprietà tanto atteso dai tifosi: Paul Baccaglini diventò il nuovo presidente, sostituendo Zamparini. La sua gestione, tuttavia, non fu tra quelle da ricordare: a giugno, l’ex Iena non aveva ancora effettuato il closing. Un tira e molla dal termine del campionato fino ai primissimi di luglio, quando le strade di Baccaglini e del Palermo si separarono definitivamente. Zamparini prese di nuovo le redini e rivoluzionò tutto: fuori il “traghettatore” dei rosa in A, Diego Bortoluzzi, dentro Bruno Tedino, promettente tecnico che ottenne la semifinale play-off, persa, con il Pordenone. Confermati, come calciatori, la sorpresa Nestorovski, Jajalo, Chochev, Posavec, Rispoli, Trajkovski, Morganella, Cionek, Aleesami e Balogh. Arrivano calciatori di categoria come Coronado dal Trapani, Bellusci dal Leeds, Pomini dal Sassuolo e Monachello dall’Atalanta, più qualche scommessa (Gnahoré, Murawski e Ingegneri). Dentro anche un nuovo direttore sportivo, Fabio Lupo, e il nuovo presidente Giovanni Giammarva (a decorrere dall’8 novembre). L’avvento di Tedino ha dato un’identità al Palermo, che è primo in Serie B, con la voglia di ritornare subito in massima serie. Dopo l’esordio vincente contro lo Spezia (2-0), i siciliani hanno collezionato altre 9 vittorie, 9 pareggi e 2 sole sconfitte. Insieme con il Parma, detengono la migliore difesa del campionato (17 goal subiti). Un anno, comunque, caratterizzato da problemi economici dove la guardia di Finanza ha deciso di indagare a fondo, perquisendo anche casa Zamparini e dichiarando il Palermo sull’orlo del fallimento. Su questo frangente, seguiranno ulteriori sviluppi.

TRAPANI – Come accadde alla Sampdoria (dai preliminari di Champions League alla retrocessione in Serie B), anche il Trapani ha avuto il suo suicidio sportivo. Serviva un’impresa per salvarsi, e gli uomini di Alessandro Calori, complice anche un mercato rivoluzionario, stavano quasi per riuscirci, disputando un girone di ritorno importante e con onore. Purtroppo, però, i 31 punti conquistati non evitano la retrocessione diretta in Serie C. Il distacco con la quintultima (Ternana) è superiore al limite massimo di 4 punti e, pertanto, non vengono disputati i playout. Decisive le tre sconfitte consecutive nelle ultime tre giornate contro Frosinone e Brescia in trasferta e Cesena in casa. I granata chiudono con 44 punti al quartultimo posto, retrocedendo in Serie C dopo quattro stagioni in Cadetteria, quando, la stagione precedente, è stato sfiorato il sogno della promozione in Serie A. L’obiettivo della società è quello di risalire immediatamente in Serie B, per questa ragione, l’impegno di Calori viene premiato e il tecnico siede sulla panchina del Trapani anche per questa stagione. Fabrizio Salvatori riprende il ruolo di responsabile dell’area tecnica, mentre Adriano Polenta è il nuovo ds. La squadra si rivoluziona grazie agli acquisti di giovani promettenti come Bajic, Murano, Palumbo e Minelli, più calciatori d’esperienza come Furlan, Marras, Reginaldo, Taugourdeau e Ferretti. Coronado viene ceduto al Palermo, Curiale e Fornito passano al Catania, Nizzetto all’Entella, Canotto alla Juve Stabia e Citro al Frosinone. La stagione si apre in Coppa Italia, con un percorso che fa esaltare l’ambiente: 6-0 alla Paganese, poi vittoria di misura in casa della Ternana. Successivamente, però, il Torino elimina i granata con una sonora sconfitta (7-1). Breve polemica sul girone di destinazione della squadra: i siciliani avrebbero richiesto di giocare in quello settentrionale, ma, il presidente di Lega, Gabriele Gravina, ha smentito ogni ipotesi. In campionato, il Trapani esordisce con una vittoria interna contro il Siracusa e parte bene, viaggiando sempre nei primi posti della classifica. Batte anche il Catania al “Provinciale”, ma dopo quel successo sono arrivati soltanto 3 punti in 4 partite. Il distacco dai rossazzurri, secondi, è di 4 punti. Il Lecce, primo, è lontano il doppio. Anche se, al momento, il piazzamento più probabile sembrerebbe essere quello che porta ai play-off, non è detta l’ultima parola. E il 2018 servirà proprio a regalare un girone di ritorno che, da due anni a questa parte, il Trapani fa alla grande.

CATANIA – Il mercato invernale, con gli acquisti di quattro nomi importanti, sembrava proiettare il Catania verso le zone alte della classifica. E, invece, una stagione buia sotto tutti i punti di vista: Pino Rigoli non convince e, dopo la clamorosa debacle ad Agrigento per 2-1, viene esonerato. Mario Petrone, subentrato, dura solo tre partite (anche per lui, un’incredibile sconfitta interna contro il Melfi). Giovanni Pulvirenti è il “traghettatore” di un Catania che deluderà le attese chiudendo all’undicesimo posto. Grazie alla vittoria del Matera in Coppa Italia Lega Pro, si aggiunge un posto alla griglia play-off e i rossazzurri vengono inseriti, uscendo al primo turno dopo una gara ben giocata contro la Juve Stabia (0-0). Dopo una stagione con più critiche che applausi, si riparte. L’ad Pietro Lo Monaco chiama Cristiano Lucarelli, convinto che sia lui l’allenatore che riporterà il Catania in Serie B. Arrivano giocatori di spessore, insieme con ritorni illustri (Francesco Lodi), costruendo una squadra tra le più forti del girone. Vanno via, invece, la maggior parte degli artefici della deludente stagione passata (come, per esempio, Pozzebon). Molti tifosi hanno conservato la frase di Lo Monaco: “Il Catania è tornato”, sinonimo di un miglioramento della situazione finanziaria che gravava sulle casse degli etnei e della costruzione di una rosa di qualità, anche se sono celebri i casi legati a Da Silva e Calil, messi fuori rosa per non aver trovato una sistemazione. Oggi, i rossazzurri sono secondi, a -4 dal Lecce: amaro in bocca per la sconfitta di sabato contro la Casertana (1-2), che avrebbe portato il Catania a -1, con il big match da giocare in Puglia dopo la sosta. I siciliani sono la migliore squadra per rendimento esterno, la miglior difesa del Girone C e il secondo miglior attacco. Il cambiamento c’è stato, specie in trasfera, dove il Catania ha vinto per 7 volte. Diverso il percorso in Coppa Italia Serie C: eliminazione al primo turno, dopo la vittoria del girone con Akragas e Sicula Leonzio, per mano del Cosenza. È stato anche l’anno del ritorno di Antonino Pulvirenti, proprietario del club tramite il gruppo Finaria, che ha fornito alla stampa la sua versione dei fatti, legata al calcioscommesse. Oltre alle vicende sul campo, c’è da raccontare anche la realizzazione del murales “50 volti per il Cibali, dove sono stati ritratti i protagonisti della storia rossazzurra. Non solo questo: i tifosi del Catania ricorderanno Ciccio Famoso, scomparso l’1 febbraio scorso.

SIRACUSA E SICULA LEONZIO – Le altre tre squadre del panorama professionistico siciliano sono le due siracusane, Siracusa e Sicula Leonzio, e l’Akragas. Da una parte, a Siracusa si era scettici dopo l’arrivo di Paolo Bianco in panchina, visto che Andrea Sottil aveva portato la squadra al quinto posto in classifica conquistando l’accesso ai play-off (poi persi in casa contro la Casertana); dall’altra, l’avvento di Ciccio Cozza in D aveva portato entusiasmo in casa Leonzio, tanto da aver stabilito il record di quindici vittorie consecutive, ottenendo, di conseguenza, la promozione diretta in Serie C. Cozza è stato sostituito da Pino Rigoli, voglioso di riscatto dopo la mezza stagione negativa con il Catania. Sul mercato, è stata la Leonzio a muoversi di più, creando un mix tra calciatori giovani e giocatori d’esperienza: un esempio sono Bollino, Gammone e Arcidiacono da un lato e Tavares, Camilleri e Narciso dall’altra. Tanti acquisti anche per il Siracusa, tra cui quelli di Mangiacasale, Liotti e Parisi. Cessioni dolenti come quella di Azzi e Valente, alla fine, sembrano non sentirsi. Gli aretusei, infatti, vanno forte e si trovano al quarto posto con 32 punti. Il brutto stop in Coppa Italia, all’esordio contro il Renate (3-0), è stato smentito in campionato, dove sono arrivate nove vittorie, sei delle quali in trasferta. Da segnalare anche l’ammodernamento del manto erboso del “De Simone”, adesso sintetico. La Leonzio di Rigoli, all’esordio assoluto nel professionismo, ha vinto 2-1 sul Matera. Si ricorda anche una prestigiosa vittoria al “Massimino, sempre 1-2, contro il Catania nel derby. I risultati, poi, non sono stati più dalla parte dei lentinesi: dopo la sconfitta interna contro la Paganese (0-3), Rigoli viene esonerato e, al suo posto, subentra Aimo Diana, che ha esordito con un tris alla Reggina in trasferta. Adesso, la Leonzio è 16esima con 19 punti, in zona play-out. Anche l’”Angelino Nobile”, stadio che ospita le gare interne della squadra, è oggetto di lavori in corso, al fine di potenziare l’impianto di illuminazione. Il ritorno tra le mura amiche dovrebbe avvenire nel mese di febbraio: nel frattempo, la Leonzio è ospitata al “Massimino di Catania. Obiettivi? Play-off per il Siracusa, ottenere la salvezza quanto prima per la Sicula.

AKRAGAS – Chiude il cerchio l’Akragas, gravata da numerosissimi problemi finanziari che stavano per compromettere l’iscrizione del “Gigante” in Serie C. A differenza del Messina, dove il presidente Franco Proto ha dovuto alzare bandiera bianca, i due soci akragantini, Silvio Alessi e Marcello Giavarini, hanno fatto “un ulteriore sforzo” per poter inserire ancora una volta Agrigento nel professionismo. La Serie D è stata evitata anche sul campo la scorsa stagione, sebbene sia stato necessario passare dai play-out I siciliani, infatti, non sono riusciti ad andare oltre la sedicesima posizione, chiudendo a -3 dal Monopoli. All’andata dei play-out, l’Akragas ha ottenuto un prezioso 0-0 a Melfi, 1-1 al ritorno: il goal salvezza è stato di Longo a dieci minuti dalla fine, dopo la doccia fredda di Riggio (autogoal). In estate, diverse trattative per l’acquisizione del club, che si sono sempre concluse con un nulla di fatto. Il 30 giugno, Alessi ha dichiarato di aver iscritto la squadra: qualche settimana dopo, l’accordo di massima ottenuto con alcuni imprenditori è saltato, rischiando di compromettere l’iscrizione al campionato. Alla fine, l’Akragas si è regolarmente iscritta, con Di Napoli ancora in panchina. Mercato di prospettiva, che ha peccato d’esperienza: ne è testimonianza quanto si sta vedendo in campo. Complice anche la penalizzazione di tre punti, gli akragantini sono ultimi con 10 punti, a ben 11 lunghezze di distanza dalla Reggina, quintultima. I problemi finanziari restano, da capire se verranno effettuati movimenti di mercato nella sessione invernale. E per il campionato, lo spettro della D si avvicina, nonostante si debbano giocare i play-out. L’augurio è che il 2018 possa ribaltare completamente la situazione dei biancoazzurri.