Migranti e scafisti: Europa, Italia e Sicilia a confronto

Migranti e scafisti: Europa, Italia e Sicilia a confronto

SICILIA – Naufragi, immigrazione, dibattiti sulle leggi che possano o meno regolamentare l’afflusso di migranti sulle nostre coste; sembra quasi che la parte fortunata del mondo non sappia far altro che discutere, mentre in mare si continua ad annegare, a morire.

Proprio stamattina 22 cadaveri, di cui 4 bambini, sono stati recuperati tra la Grecia e la Turchia. Intanto in Europa, in Ungheria, si applicano per la prima volta misure restrittive nei confronti dei migranti che, oltrepassato il confine serbo, si introducono nel paese: stamattina infatti sono stati arrestati 16 clandestini. La nuova legge prevede che, da oggi in poi, tutti gli irregolari che si introdurranno nel paese verranno puniti con la detenzione o l’espulsione. Consapevoli di ciò, più di 9.000 disperati ieri hanno tentato di introdursi in Ungheria. Intanto anche Germania, Olanda, Austria e Slovacchia hanno deciso di esercitare maggior controllo sulle frontiere.

E l’Italia? Qualcuno in Europa si ostina a definire le nostre delle frontiere colabrodo: la maggior parte dei migranti, almeno a loro parere, arriva in Europa soltanto dopo aver serenamente raggiunto l’Italia. Non a caso in questi giorni il ministro Angelino Alfano ha replicato affermando: “I problemi dell’Italia e dell’Europa non possono essere risolti chiudendo le frontiere. Finalmente, dopo anni di sterili dibattiti, l’U.E. ha compreso che i migranti non arrivano soltanto dal Canale di Sicilia“.

Eppure il Mediterraneo e le coste siciliane sono tra le mete più ambite da scafisti e disperati. Ecco perché si è pensato di avallare la missione navale EuNavForMed: il programma, attivo dal prossimo ottobre, prevede l’uso della forza contro gli scafisti intercettati al largo delle nostre coste. E gli eventuali rimpatri? Anche quelli secondo Angelino Alfano rappresentano un problema comune, a cui tutta Europa deve in qualche modo trovare soluzione: “I rimpatri sono compito dell’Europa. Metterli in atto significa far fronte comune utilizzando le risorse economiche dell’U.E., non di un solo paese“.

Ed in Sicilia? La nostra regione, è ormai risaputo, si trova a fronteggiare quotidianamente emergenze sanitarie, logistiche ed economiche legate al crescente flusso migratorio. Nel corso delle ultime ore è stata diffusa la notizia che Lampedusa, Pozzallo, Porto Empedocle, Taranto ed Augusta diventeranno a breve degli hotspot, luoghi in cui i migranti verranno accolti, identificati e schedati al fine di poter decidere a chi concedere il diritto di asilo politico e chi invece destinare al rimpatrio (a spese dell’Europa). I centri hotspot, ultima soluzione partorita dagli addetti ai lavori, però non sembrano convincere gli esperti: non soltanto si teme per il trattamento riservato ai migranti, ma si ritiene anche che non possano funzionare. Le leggi italiane infatti tutelano coloro i quali desiderino sottrarsi all’identificazione forzosa e non consentono agli agenti di detenere i migranti nei centri accoglienza per più di una dozzina di ore.