Ferragosto, spiaggia, falò e processioni: le antiche origini di un rito estivo

Ferragosto, spiaggia, falò e processioni: le antiche origini di un rito estivo

Ferragosto, così come molte altre festività antiche, è un giorno intimamente connesso ai ritmi della natura ed in particolare della terra coltivata; proprio in questo periodo dell’anno infatti il raccolto si prepara ad entrare nella fase vegetativa ossia nel suo periodo di riposo.

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Gli antichi romani celebravano per questo motivo la fine dei lavori agricoli e persino l’imperatore poteva concedersi qualche giorno di tregua; non a caso la parola “Ferragosto” deriva proprio dalla corruzione della locuzione “feriae Augŭsti“, letteralmente “le ferie di Augusto”. L’etimologia del termine ci consente di datare quindi le prime celebrazioni relative a questo particolare periodo dell’anno al regno di Ottaviano Augusto (63 a.C. – 14 a.C.).

Quando la civiltà romana, i suoi dei e le sue semidivinità (compreso l’imperatore) lasciarono il posto al cristianesimo, si continuò a festeggiare il Ferragosto mantenendo intatto il suo significato intrinseco: il legame tra morte e rinascitaProprio il 15 di agosto il nostro calendario celebra infatti l’Assunzione in cielo della Vergine Maria: la Madonna perde la natura umana (morte) per acquisire quella divina (rinascita). La tradizione inoltre vorrebbe che la Chiesa, nella persona di Papa Nicolò I, abbia scelto di spostare a questo giorno dell’anno un’antica festa istituita ancora una volta da Ottaviano Augusto per celebrare Diana quale divinità preposta a garantire la fertilità dei campi. 

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Ma quali sono le tradizioni, più o meno popolari, legate al Ferragosto? È sorprendente constatare come molte di esse restino comunque connesse ad una simbologia antica. Diffusissima, in Italia ed in tutti i paesi latini, è la pratica di accendere dei falò sulla spiaggia: tale rito, ormai svuotato di ogni significato mistico, voleva in origine simboleggiare la vittoria del sole sull’oscurità, della vita sulla morte, ossia la rinascita o la resurrezione della natura e delle divinità positive. La scelta di accendere il fuoco vicino all’acqua rimanda invece ad un altro antico rituale; l’unione delle fiamme (associate al sole e quindi alle divinità apollinee garanti della vita sulla terra) all’acqua, elemento intimamente percepito come fonte di fecondità e benessere. Il fuoco sulla spiaggia insomma altro non è che un rito propiziatorio oltre che un ringraziamento alle divinità positive del pantheon.

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Un po’ ovunque in Italia si svolgono anche processioni in onore della Madonna; in questo caso la festa assume caratteristiche più spirituali ed ovviamente indirizzate verso simbologie prettamente cristiane. Il 15 di agosto a Messina si è soliti portare in processione due giganti di cartapesta, Grifone e Mata. Il primo, un saraceno, poté sposare la sua amata, rigorosamente cattolica, soltanto dopo la sua conversione. All’interpretazione cristiana di questa festa se ne associa in genere una più antica che vedrebbe nell’uomo la personificazione di Saturno, dio legato all’agricoltura, e nella donna Cibele, ossia la Grande Madre. A Messina inoltre viene anche portata in processione la Vara della Madonna, adornata dalla scultura raffigurante Gesù Cristo.

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I fuochi d’artificio, ovunque visibili a Ferragosto, si associano ancora una volta all’idea di purificazione e rinascita: particolarmente piacevoli sono quelli tradizionalmente ammirabili nei pressi della Piana dei Greci. In tutto il Trapanese poi, con medesima simbologia, si era soliti un tempo organizzare dei pellegrinaggi notturni, in occasione dei quali si bruciavano le sterpaglie nate sui bordi delle strade. 

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