La parola al vulcanologo: “l’esplosione non si poteva prevedere”

La parola al vulcanologo: “l’esplosione non si poteva prevedere”

ARAGONA – “Si tratta di un fenomeno vulcanico secondario. Non si poteva assolutamente prevedere”. A dirlo è Salvatore Caffo, vulcanologo del parco dell’Etna.

“Sono accumuli di fango ricchi di composti sulfurei che improvvisamente vengono espulsi – afferma – Di simili noi ne abbiamo nella zona delle salinelle di Paternò e Belpasso ma alla base di tutto ci sono o sacche di gas metano o anidride carbonica”.

“Non è utile fare delle considerazione affrettate – continua Caffo – bisogna capire anche se qualcosa è accaduta nei giorni precedenti. Certo è che sono fenomeni non perfettamente inquadrabili in un’equazione matematica. Ora dovranno intervenire geologi e geochimici“.

In realtà chi frequenta la zona, nei giorni scorsi, ha notato uno strano rigonfiamento ma nessuno si è preoccupato più di tanto dal momento che si tratta di un fenomeno periodico.

Tra il 2002 e il 2008, infatti, a causa dei vulcanelli nella riserva si sono create delle profonde fenditure formando una vasta collina di argilla e fango a seguito delle esplosioni. E proprio oggi il gas è riaffiorato in superficie portando con se i sedimenti che hanno intrappolato i due piccoli.