LAMPEDUSA – Sulll’isola di Lampedusa, in seguito alla segnalazione dei carabinieri di sabato scorso, Legambiente Sicilia ha messo in sicurezza le uova deposte da una Caretta caretta. L’animale ha scelto la Riserva Naturale di Guitgia come nido per i suoi piccoli.
È la stessa che si è diretta a Lampedusa due anni fa per far nascere i propri cuccioli. Nel 2016 aveva optato per la spiaggia di Cala Croce e adesso è tornata rendendosi protagonista della prima nidificazione a sud dell’isola: i cuccioli nasceranno tra due mesi.
L’esemplare, appartenente a una specie in via d’estinzione, è stato marcato in precedenza e viene monitorato costantemente da Legambiente Sicilia, ente autorizzato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio del Mare.
La scelta di mamma tartaruga, che è tornata in mare dopo la deposizione delle sue uova, fa riflettere sull’importanza della salvaguardia dell’Arcipelago delle Pelagie e del Mediterraneo: le spiagge di Lampedusa, ormai affollate, sono uno dei principali luoghi dove la Caretta caretta può riprodursi e, pertanto, vanno preservate.
I dati di Legambiente, che gestisce la spiaggia di Guitgia, sono stati trasmessi all’Ufficio Circondariale Marittimo-Guardia Costiera di Lampedusa per l’emanazione di un’ordinanza di tutela dell’area balneare, che potrebbe subire dei danni a causa dell’assidua presenza di turisti.
Il Wwf, che invia i suoi volontari al centro di recupero per tartarughe marine presso l’isola, denuncia anche l’aumento esponenziale della mortalità della specie a seguito del comportamento irresponsabile dell’uomo: nel mese scorso, infatti, durante la giornata mondiale delle tartarughe, ha evidenziato come un crescente numero di esemplari sia vittima della plastica abbandonata in mare.
I volontari dell’associazione, con i loro sette centri di recupero (Oasi di Policoro, Centro di Molfetta, Centro di Lampedusa, Centro dell’Area marina protetta di Torre Guaceto, Centro dell’Area marina Protetta delle Egadi-Favignana, nonché quelli di Capo Rizzuto e Rovigo), salvano ogni anno circa 900 soggetti. Quest’estate centinaia di attivisti controlleranno i lidi di Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia, Toscana, Veneto, e Friuli.