Enna, la provincia meno indebitata d’Italia

Enna, la provincia meno indebitata d’Italia

ENNA – Stavolta la classifica non è impietosa . Ultima sì, ma per mancato indebitamento. Enna è infatti risultata la provincia italiana meno indebitata.

I numeri parlano chiaro : 8,371 euro contro i 27.544 di debito familiare di Monza – Brianza. Significa che le famiglie ennesi sono caute e non si affidano facilmente né alle banche, né agli istituti creditizi.

L’Italia, nel suo complesso, registra cifre importanti. Le famiglie italiane sono indebitate  per un importo medio pari a 19.251 euro. Nel dettaglio i passivi accumulati con le banche e gli istituti creditizi ammontano a 496,5 miliardi di euro (+35,1% sul 2007).

I dati, resi noti dalla Cgia di Mestre, sono riferiti al 2013 e sono in calo rispetto al 2011 e 2012. Secondo gli ultimi dati inoltre Enna sembra essere  tra le città che ha subitO meno il contraccolpo della crisi negli ultimi setti anni.

Un recente studio del Sole24Ore evidenzia chi tra i capoluoghi italiani ha tenuto meglio rispetto a realtà economicamente più dinamiche. Nella media degli indici analizzati Enna si è piazzata al trentesimo posto dietro a città con un’economia sulla carta più vantaggiosa come Cagliari, Messina, Reggio Calabria, Siracusa, Udine o Bergamo. Un dato che indica come la crisi abbia colpito al nord come al sud, dove forse si era semplicemente più abituati.

Tra i migliori posizionamenti emerge quello sui depositi bancari dove Enna si piazza al 93° posto; nel 2007 (dati con € pro capite) si era a 4.623, mentre nel 2013 era a 10.470, una differenza del 126,5% .

Di  contro c’è un settore dove gli ennesi hanno sentito di più la crisi ed è quello automobilistico perché nei sette anni analizzati l’acquisto delle auto è passato da 3.227 (nel 2007) a 949 nel 2013; un -70,6% che ha fatto balzare Enna al quinto posto.

Effetti contenuti rispetto alle altre città ma comunque un dato per il quale non si può esultare quando si parla di disoccupazione visto che Enna occupa il 90° posto essendo passata dal 16,29% al 24,83%.