Salvo Saitta: 70 anni di ricordi, aneddoti e successi sul palcoscenico

Salvo Saitta: 70 anni di ricordi, aneddoti e successi sul palcoscenico

CATANIA – 70 anni di ricordi, aneddoti e successi sul palcoscenico: Salvo Saitta ha deciso di festeggiare il suo compleanno in scena, tra amici, colleghi, familiari e semplici ammiratori. Dal palco della Sala Congressi di Nicolosi, in occasione di “70 anni e non sentirliSalvo, Eduardo e Katy Saitta hanno raccontato al pubblico il teatro, il loro teatro, la vita degli uomini e degli artisti che ne fanno parte e hanno ringraziato amici e conoscenti che si sono alternati sulla scena.

La serata, brillantemente condotta da Eduardo Saitta, ha dato modo ai più giovani di ripercorrere le tantissime tappe della carriera artistica del padre; sul palco si sono alternate così le videoproiezioni di fotografie, puntualmente commentate da Salvo Saitta, spezzoni di spettacoli teatrali, per ognuno dei quali il grande attore catanese o persone a lui vicine hanno potuto raccontare aneddoti o simpatici retroscena, e persino immagini di vecchie locandine o di apprezzati articoli di giornale.

La serata ha ovviamente lasciato spazio ai ricordi e alle riflessioni: Salvo Saitta ha così ricordato lo zio Sestilio, attore che ha fatto del teatro la sua ragione di vita: “Zio Sestilio mi ha inculcato la passione per il teatro; è un po’ merito suo se ho scelto già da giovanissimo di intraprendere questa strada. Anche lui era un attore, un grande attore. Ha amato il teatro così tanto da non accettare di ritirarsi dalla scena nemmeno in vecchiaia: zio Sestilio ha calcato le tavole del palcoscenico sino ai 94 anni!“.

Le storie di famiglia si intersecano così alle vicende professionali della compagnia; stavolta è Katy a prendere la parola e a dire: “Considero Salvo Saitta un secondo padre, tanto dal punto di vista professionale quanto dal punto di vista umano”.

Nel corso della serata Eduardo ha ceduto alla tentazione di esibirsi in un divertente monologo e di recitare al padre un piccolo testo scritto di suo pugno in cui identifica Salvo Saitta con il teatro, l’ars drammatica come una strada difficile da percorrere per chi non avverte in sé il “sacro fuoco dell’arte“. Queste parole hanno dato occasione al grande attore catanese di riflettere sull’importanza del teatro nella storia di una civiltà e, soprattutto, sull’arte in senso lato: “Il teatro è qualcosa di più che semplice intrattenimento. Le antiche civiltà, penso ai Greci o ai Romani, ne fecero uno strumento sociale, un veicolo di comunicazione di idee politiche e religiose, un luogo della moralità. Purtroppo la nostra epoca ha un po’ accantonato il teatro: si preferisce seguire una determinata categoria di spettacoli in cui dell’arte, del sacro fuoco dell’arte, non è rimasto praticamente niente. Sembra quasi che oggi non tutti, a differenza di quanto accadeva in passato, siano in grado di capire il teatro, di capire cosa significhi vivere di e per il teatro. A prescindere da tutto io e la mia compagnia andremo comunque avanti: tra molti anni si ricorderanno di me come quel “pazzo” che ha vissuto per l’arte e per il teatro“.

Ecco svelata quindi la ricetta per avere “70 anni e non sentirli“: riuscire sempre ad emozionarsi e provare ancora passione per il proprio mestiere.