Polizia di Stato, chiude il Reparto Prevenzione Crimine Sicilia Orientale

Polizia di Stato, chiude il Reparto Prevenzione Crimine Sicilia Orientale

CATANIA – Il Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia, Sindacato maggioritario del Comparto Sicurezza, denuncia la chiusura del Reparto Prevenzione Crimine Sicilia Orientale con sede a Catania.

Reparto prevenzione crimine

Lo scorso 4 aprile, in sede di riunione al Dipartimento della Pubblica Sicurezza, è stato chiaramente espressa la volontà di mantenere in funzione un solo Reparto Prevenzione Crimine per regione con la soppressione del Reparto della Sicilia Orientale di stanza nella città metropolita di Catania, che, allo stato attuale, conta circa 40 unità impiegati prettamente in un servizio di controllo del territorio di supporto alle provincie di Catania, Messina, Siracusa, Ragusa ed Enna, con impiego saltuario anche in altre parti del territorio isolano e del Paese.

Criminalità organizzata in Sicilia

Non bisogna dimenticare che in Sicilia, sia per questioni di estensione geografica che per quelle relative alla criminalità organizzata, sono presenti più Uffici che hanno medesime competenze divise nel settore Occidentale ed Orientale, tra questi basti pensare al Compartimento di Polizia Stradale, al Reparto Mobile, alla Zona Telecomunicazioni e diversi altri Uffici con competenze investigative.

È impensabile che la regione più estesa d’Italia e con più di 5 milioni di abitanti, che la colloca al quinto posto nel Paese, possa rimanere con un solo Reparto Prevenzione Crimine per tutta l’isola, trascurando, inevitabilmente più di 2 milioni e mezzo di abitanti suddivise nelle provincie della parte Orientale. Catania, oltre ad essere la prima città d’Italia, non capoluogo di regione, per numero di residenti, che la colloca al 10° posto su scala nazionale, rappresenta l’ottava città metropolitana con più abitanti.

Questi dati non possono essere sottovalutati e posti in second’ordine rispetto a delle scelte che investono la sicurezza di un territorio da sempre travagliato per le vicissitudini che lo hanno visto e lo vedono protagonista negativo per i fenomeni criminali nonostante l’immenso sforzo profuso dalle donne e dagli uomini della Polizia di Stato, oggi sott’organico nella Provincia.

Le dichiarazioni di Scaccianoce

Giuseppe Scaccianoce, Segretario Generale Provinciale del SIULP, dichiara: “La chiusura del Reparto Prevenzione Crimine di Catania non può essere in alcun modo condivisa dal SIULP, sia perché toglie dal territorio donne e uomini della Polizia di Stato destinati al controllo su strada, sia perché il mantenimento di tale Ufficio non ha alcuna incidenza sulle spese gestionali e di affitto della struttura ospitante, in quanto, la stessa, ospita al suo interno altri Uffici della Questura che comunque permarrebbero”.

L’Ufficio in questione, rappresenta una risorsa imprescindibile a disposizione del Questore di Catania Dirigente Generale della Pubblica Sicurezza, dott. Giuseppe Bellassai, e tutti gli altri Questori delle province interessate, i quali, grazie all’apporto di tale Reparto, possono programmare con cadenza settimanale un controllo del territorio dei capoluoghi e delle città della provincia finalizzato ai servizi C.I.T. (Controlli Integrati del Territorio), ai servizi c.d. ‘Movida’ e ai servizi denominati ‘Alto Impatto’ che vedono coinvolti decine e decine di unità delle Forze dell’Ordine“.

Si potrebbe discutere su un impiego diverso per quello che concerne l’invio in supporto nelle altre province, in particolar modo sarebbe opportuno e auspicabile che gli operatori venissero settimanalmente, secondo un criterio di rotazione per provincia che non sta al Sindacato stabilire, assegnati, senza che questi vengano impiegati giornalmente con partenza da Catania, che, effettivamente, ne riduce notevolmente l’impatto sul controllo del territorio. Pertanto, dal dato oggettivo scaturito, alla luce delle decisioni intraprese centralmente dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza, sarebbe opportuno che la questione, scevro da considerazioni ‘coi colori dei partiti’, venga affrontata in modo deciso nonché risolutivo dalle istituzioni locali, provinciali, interprovinciali e regionali, per essere posta, successivamente, nelle opportune sedi nazionali. La libertà, la proprietà, la sicurezza, la resistenza all’oppressione, nessuno ha il potere di scegliere tra quali diritti fondamentali sia possibile rinunciare, a maggior ragione in un ordinamento democratico. Oggi i catanesi non devono scegliere o essere obbligati a subire le scelte di altri”, conclude Scaccianoce.