Paura di guidare, cos’è l’amaxofobia e quando il volante diventa fonte di ansia

Paura di guidare, cos’è l’amaxofobia e quando il volante diventa fonte di ansia

Se per molti la patente rappresenta uno strumento indispensabile per muoversi in autonomia, per tanti altri il volante rappresenta una vera e propria fonte di ansia.

Un fenomeno particolarmente comune è proprio l’amaxofobia che indica, appunto, la paura di guidare.

Un trauma passato o un’ansia eccessiva possono essere le cause principali di una fobia abbastanza diffusa, anche tra i giovani.

La parola alla psicologa Valentina Gentile

È intervenuta ai microfoni di NewSicilia, per rispondere a dubbi e perplessità, la psicologa Valentina Gentile. La dottoressa ha fatto un quadro completo del fenomeno, soffermandosi sulle cause, sulle conseguenze e sulle possibili soluzioni.

  • Quali sono, in genere, le cause dell’amaxofobia? È necessaria la presenza di un’esperienza traumatica oppure può sorgere anche senza un apparente motivo?

Le fobie specifiche sono caratterizzate da un’intensa e irragionevole paura e ansia verso oggetti o situazioni specifiche, spesso portando all’evitamento attivo di tali stimoli. Questa ansia è spesso sproporzionata al reale pericolo rappresentato dall’oggetto o dalla situazione. I sintomi fisici, come sudorazione, tremori e tachicardia, possono manifestarsi quando esposti al fattore fobico. È importante notare che molti individui riconoscono che la loro paura è eccessiva o irrazionale“.

La diagnosi di una fobia specifica si basa sui criteri del DSM-5-TR, che includono una paura persistente e marcata associata a uno specifico oggetto o situazione, comportamenti di evitamento e un impatto significativo sul funzionamento sociale o lavorativo. La prognosi varia a seconda del grado di interferenza nella vita quotidiana e della disponibilità del paziente a impegnarsi nel trattamento“.

Quanto all’amaxofobia, è utile considerare l’etimologia del termine: ‘ama’ per ‘carro’ e ‘phobos’ per ‘paura’, quindi letteralmente la ‘paura irrazionale di guidare veicoli automobilistici‘. Le cause dell’amaxofobia possono variare da persona a persona ed essere complesse; possono risalire a esperienze passate negative legate alla guida, che possono attivare processi inconsci di difesa e derivare da conflitti irrisolti, magari legati a eventi traumatici o ansie più profonde, che vengono poi proiettati sulla guida come meccanismo di difesa“.

La cultura e l’ambiente sociale possono influenzare la percezione e l’esperienza della guida, contribuendo all’ansia legata a quest’ultima. Inoltre, l’amaxofobia può emergere anche senza un apparente motivo specifico, poiché le paure possono essere complesse e multifattoriali, coinvolgendo una combinazione di fattori genetici, ambientali e psicologici. Questa fobia potrebbe implicare un lavoro di analisi delle radici profonde della paura e dei meccanismi di difesa associati, affinché il soggetto possa acquisire una maggiore consapevolezza dei propri pensieri e delle proprie emozioni legate alla guida“.

  • L’epoca in cui viviamo può in qualche modo generare un incremento dei casi di amaxofobia rispetto al passato? Se sì, quali possono essere i fattori “scatenanti”?

Già in passato esistevano prove di casi di fobia; cito a titolo esemplificativo il caso del piccolo Hans (1908), studiato da Freud, che rappresenta un esempio classico nello studio delle fobie. Hans, un bambino di cinque anni figlio di Max Graf, uno dei primi allievi di Freud, non usciva di casa a causa della sua paura di essere attaccato e morso da un cavallo, temendo inoltre che il cavallo potesse cadere, farsi male e morire“.

Con l’evolversi della società, possono emergere nuove fobie; nell’epoca moderna, caratterizzata dalla complessità e dalla rapidità, potrebbe verificarsi un aumento dei casi di amaxofobia a causa del concetto di ‘surplus di stimoli‘. Questo surplus di stimoli, come il traffico intenso, la pressione lavorativa e la costante esposizione mediatica agli incidenti stradali, potrebbe sovraccaricare il sistema psichico del soggetto, portandolo a sviluppare ansie legate alla guida come meccanismo di difesa contro il sovraccarico emotivo“.

  • Come influisce questo “limite” sulla vita di chi ne soffre? Secondo quale meccanismo la paura di guidare, come qualsiasi altra fobia che si rispetti, induce il soggetto a percepire nella propria mente un pericolo più minaccioso di quanto non sia nella realtà?

Questa fobia può avere un impatto significativo sulla vita di chi ne soffre, influenzando diversi aspetti della quotidianità e limitando la libertà personale, come già accennato in precedenza. Tale limitazione si riflette su molteplici livelli, dall’ambito personale a quello lavorativo e sociale“.

A livello personale, l’amaxofobia può comportare una notevole restrizione nella libertà di movimento e di scelta. Le persone affette da questa paura possono evitare situazioni che richiedono la guida, come spostamenti per recarsi al lavoro, fare la spesa o partecipare a eventi sociali. Ciò comporta una limitazione delle opportunità di partecipare a esperienze significative e può portare a un senso di isolamento sociale“.

In ambito lavorativo, l’amaxofobia può influire negativamente sulla carriera professionale; se il lavoro richiede la guida o spostamenti frequenti, le persone con questa fobia possono trovarsi in difficoltà nell’accettare determinati incarichi o nel mantenere un lavoro che preveda la mobilità. Questo può limitare le opportunità di carriera e ridurre le possibilità di sviluppo professionale“.

Inoltre, l’amaxofobia può comportare una riduzione dell’indipendenza personale, poiché le persone che soffrono di questa paura possono diventare dipendenti dagli altri per il trasporto o possono sentirsi costrette a rinunciare a viaggi o attività che richiedono la guida. Ciò può generare frustrazione e un senso di impotenza nel non poter prendere decisioni autonomamente riguardo ai propri spostamenti e alle proprie attività“.

Dal punto di vista emotivo, l’amaxofobia può causare stress e ansia costante. Questi disturbi emotivi possono avere un impatto significativo sulla qualità della vita e sul benessere psicologico complessivo della persona“.

  • Come si può superare? In questi casi è più efficace una terapia di esposizione al pericolo oppure un percorso graduale, possibilmente al fianco di un esperto?

Per superare l’amaxofobia, esistono diversi approcci terapeutici efficaci. La scelta del tipo di terapia e dell’approccio specifico dovrebbe essere personalizzata in base alle esigenze individuali del paziente e alla sua risposta al trattamento. Ad esempio, il trattamento delle fobie specifiche può includere la terapia dell’esposizione, durante la quale il paziente viene gradualmente esposto al suo stimolo fobico per ridurre la paura e l’ansia associate“.

Esistono anche tecniche di rilassamento, come la respirazione profonda, e terapie psicoanalitiche, come quella di cui mi occupo. La prognosi per le fobie specifiche varia a seconda del grado di interferenza che esse causano nella vita quotidiana del paziente e della sua disponibilità a impegnarsi nel trattamento. Tuttavia, con una terapia adeguata, molte persone con fobie specifiche possono migliorare significativamente la loro qualità di vita e ridurre i sintomi legati alla loro condizione“.

La psicoterapia psicoanalitica in particolare mira a esplorare le origini e le cause del sintomo, inclusi eventi di vita, traumi e dinamiche relazionali, al fine di comprendere il senso profondo del malessere soggettivo che accompagna le fobie. Nella psicoterapia psicoanalitica, si cerca di recuperare gli affetti e i moti pulsionali che hanno dato origine alla fobia, ma che sono stati trasformati dall’inconscio in qualcosa di diverso. Questo processo di recupero consente alla persona di reintegrare pienamente queste spinte vitali nascoste o represse nella propria vita emotiva e affettiva, consentendo una maggiore consapevolezza e autenticità“.

È importante sottolineare che la psicoanalisi non mira semplicemente a sopprimere i sintomi delle fobie, ma piuttosto a comprendere il significato profondo del disagio soggettivo che essi rappresentano. La psicoterapia psicoanalitica, e non solo, può essere integrata con la cura farmacologica, sotto la supervisione di un medico psichiatra, per alleviare la sofferenza iniziale e facilitare il processo terapeutico. Tuttavia, l’obiettivo principale resta quello di affrontare e trasformare il malessere alla radice“.

La terapia psicoanalitica mira a esplorare e a elaborare questi conflitti interni, permettendo al paziente di affrontare le sue ansie e di sviluppare nuove modalità di funzionamento psichico e relazionale. Questo processo aiuta il paziente a sentirsi meno impotente di fronte alle proprie fobie e a gestire l’ansia senza essere sopraffatto da essa“.